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Dimenticatevi Eric Clapton, Peter Green, Harvey Mandel, MickTaylor, Robben Ford.
Dimenticatevi di gran parte dei chitarristi di blues bianchi che hanno attraversato i decenni dai sessanta ad oggi.
Queste pagine sono dedicate a il più sensibile e meno riconosciuto fra quei musicisti ad aver portato la musica del diavolo ai giovani dei sessanta.
Un uomo dolce ed appassionato, che dedicò tutta la sua breve vita alla valorizzazione del blues nero, ma che seppe distinguere l’esercizio tecnico dalla creatività, dando così vita a gruppi e progetti che aprirono molte strade ai ragazzi bianchi introducendoli al Blues.
La sua stella illuminò per non molti anni il mondo della musica, ma la sua presenza fu chiara e incontestabile.
I suoi principali contributi furono con la Paul Butterfield Blues Band, nei primi due album, assieme a giovani talenti quali Nick Gravenites e Elvin Bishop, gli Electric Flag con Buddy Miles e Harvey Brooks, la SuperSession con Al Kooper, The Triumvirate con Dr. John e John Hammond, i KGB con Barry Goldberg. Produsse dischi di Eddie “Cleanhead” Vinson, Sam Lay, James Cotton ed Otis Rush figurando in quelli di Janis Joplin, Muddy Waters, Moby Grape e altri. Suonò con Bob Dylan in “Highway 61 Revisited”.

Noi lo ricordiamo oggi attraverso la voce di alcune delle persone che gli furono accanto.
Il suo nome era Michael Bloomfield e ci lasciò il 15 Febbraio 1981. Era nato a Chicago il 28 Luglio 1943.

Le interviste
Ricordo di Fabrizio Berti, Luca Lupoli e Fabio Treves
Biografia
Discografia
Me and Big Joe

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