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Dave Matthews Band

Dave Matthews Band
5 Agosto 2006, Randall's Island, New York City.

A great event.
A celebration of music, kind of life and a state of mind.
It's the "Dave Mathews State of Mind"


Il 5 agosto 2006 si è tenuto uno degli eventi della estate del 2006 in New York City.
Quello tra la Dave Matthews Band e NYC è un appuntamento che si rinnova di anno in anno scegliendo sempre venue suggestive (Spettacolare fu il concerto al Central Park che fu poi documentato in cd e dvd).
Stavolta è stata messa a disposizione l'intera spianata della Randall's Island che si trova di fronte Manhattan ed il colpo d'occhio è indimenticabile.
La musica è cominciata nel primo pomeriggio con l'esibizione di Bela Fleck & Flecktones che ha messo in luce tutti i pregi ed i difetti della band dimostrando cioè di essere una band di grandi musicisti che tuttavia non riesce ad emergere dalla palude delle sonorità carine, orecchiabili, ma nulla più. Sempre in bilico tra l'interessante voglia di uscire dagli schemi del bluegrass cui si viene gioco forza ricondotti dal banjo e l'aver quasi paura di andare oltre la semplice melodia, la bella composizione.
Il risultato è una serie di composizioni orecchiabili, appunto, che alla fine risultano essere troppo dolci, a tratti melense nonostante, ripeto, la eccezionale capacità tecnica dei musicisti, primo fra tutti lo stesso Bela Fleck e lo straordinario Victor Wooten al basso.
E' lo stesso Dave Matthews in persona a presentare i suoi supporter e dopo l'esibizione dei Flecktones è il turno dei Gov't Mule.
La band di Warren Haynes ha il difficile compito di riscaldare la platea di oltre 70mila persone che sono lì dalle prime ore del mattino. E bisogna dire che ci riesce con disinvoltura.
La Band, ritrovata una forma ed un entusiamo (ed anche la voglia?) che erano sembrate un pò appannate nel tour europeo appena concluso, comincia un concerto strepitoso con Warren che infila riff micidiali come fossero baionette.
Il concerto della Dave Matthews Band comincia alle 20 ed è subito festa, tripudio. Un incontro tra amici di vecchia data che è durato oltre tre ore. La Band è stata perfetta in ogni particolare, i musicisti (in particolare Carter Beauford alla batteria) hanno dimostrato di essere una perfetta macchina del suono. Impressionanti.
Il concerto è cominciato con la bella One Sweet Word ed è proseguito con “Crash Into Me” , “What Would You Say” e la bellissima “So Right” arricchita dalla tromba di Rashawn Ross, musicista dalle doti eccezionali.
Ma il momento tanto atteso è arrivato soltanto quando lo stesso Dave Matthews ha invitato sul palco il suo amico Warren Haynes per la celebrazione di quello che fu l’evento del concerto al Central Park e che da tutti viene richiesto come una bella tradizione a cui non venir meno. Ed è stata “Cortez The Killer”.
Successivamente, mentre la Band eseguiva #41, è entrato Bela Fleck seguito dai suoi Flecktones per l’ennesima jam ed il tutto è continuato fino alle 23, 30, orario in cui i bus ed i traghetti hanno cominciato il lungo lavoro di trasporto verso l’isola di manhattan.
Ottimo concerto e grande atmosfera. Resta da chiedersi come mai la Dave Matthews Band non riesca ad attecchire nel nostro paese.
Il pubblico della DMB è in prevalenza un pubblico giovane, con pochi problemi economici, in gran parte studenti.
Rappresentano senz’altro il lato più accessibile, forse più pop, di quell’enorme fenomeno delle jam bands.



Il gran successo forse sta proprio nella capacità di aver saputo mediare le istanze troppo estreme di alcuni pilastri del fenomeno jam con la voglia di voler comunicare ad un pubblico che richiede sempre più tranquillità, birra light, caffe decaffeinato e comodi pantaloni della GAP.
Non è un caso che non si sia vista, ad esempio, neanche una t shirt dei Phish.
Chissà se di questi tempi il segreto stia proprio nel saper mediare, boh!
Di certo bisogna dire che non c’è stata mediazione sui prezzi. Un posto a sedere semi decente costava oltre 70 dollari altrimenti si era costretti alla “general admission” che significava sborsare 50 dollari e vedere il concerto dal maxi schermo. C’erano anche comodi biglietti nel settore v.i.p. alla modica cifra di 200 dollari, per chi voleva avere un buon posto e mangiare il suo hamburger comodamente seduto all’ombra di qualche albero (c’erano quasi 40 gradi!).
Ma i giovani fan della DMB erano preparati anche a questo, finanche a sborsare 5 dollari per una limonata.

Giovanni de Liguori

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