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Tetes De Bois

L'AVVENTURA DEI TETES DE BOIS PROSEGUE, SEMPRE IN CAMIONCINO, CON UN TOUR DEDICATO AI TEMI DEL LAVORO
CHE ANTICIPA L'USCITA DELL'ALBUM "AVANTOUR"

Tetes De Bois
Auditorium Parco della Musica-Sala Petrassi - 8 maggio 2006

La loro storia inizia nel 1992 con un concerto sotto la statua di Giordano Bruno a Roma, piazza Campo dè Fiori. Continua quattordici anni dopo con il progetto "Avanti Pop!", un tour che toccherà ogni regione italiana ("tranne la Sicilia" dice, deluso, Andrea Satta, cantante dei Tetes De Bois) andando a ricordare,sembra ce ne sia sempre necessità, la dignità violata o riscattata dei lavoratori. La data d'esordio li vede all'Auditorium Parco della Musica a Roma. La sala Petrassi è piena, l'atmosfera è di attesa tranquilla da parte di un pubblico avvezzo a riconoscere da lontano il valore di una band che ha nella qualità della proposta e non solo nello stile, l'arma decisiva.

I Tetes De Bois negli ultimi anni si sono tolti diverse soddisfazioni,una certamente con il disco dedicato a Ferrè che li ha rivelati ad un vasto pubblico. Proprio con un brano tratto da "Ferrè-L'Amore e la Rivolta" ("Non si può essere seri a diciassette anni" cantata con Daniele Silvestri nella versione originale) parte il concerto che il gruppo concepisce come scambio e cessione di sovranità. La musica non è la sola protagonista nelle intenzioni del sestetto che infatti si fa volentieri interrompere da Ulderico Pesce che racconta tra il comico e il tragico il sit in degli operai Fiat a Melfi nel 2003 (furono sgomberati con le cattive dalla Polizia perchè erano stanchi di guadagnare meno dei loro colleghi e di fare dodici notti al mese...), il suo intervento, inframmezzato alla musica del gruppo, vede come sfondo le immagini di quei giorni e quadri molto belli e colorati che hanno come centro la tematica del lavoro. Anche Francesco Di Giacomo (Il Banco) si presta a raccontare una storia, una storia di eternità che dà valore e ne riceve dalla musica e dai testi delle canzoni che si susseguono: "L'Albatros" bellissima poesia in musica di Baudelaire cantata in francese perchè "era bella già così e non si può tradurla senza offenderla" (sempre Andrea Satta), "Jolie Mome", la grande "Gli Anarchici" di Leo Ferrè nella traduzione di Enrico Medail che non è potuta andare in onda "durante un concerto in una radio di uno stato che è in Italia e non è San Marino". Canzone d'autore vera che i sei più due affrontano con la leggerezza di chi vive prima che suonare. Da citare ancora una bella versione, cantata con l'aiuto delle signore tra il pubblico, de "Le Rane" oppure la divertente "Dott. De Rossi" con tante altre.



Il concerto termina con una travolgente "Vomito" senza dimenticare "La Canzone del Ciclista" vero must per una band che sta sempre in movimento. Il loro camioncino Fiat 615 dopo qualche tempo è ripartito al primo colpo e senza tirare l'aria.



Buon viaggio Tetes de Bois!


Alessandro Mannozzi

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