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INTERVIEW

Leisure Society

Raggiungo Nick Hemming al telefono mentre i Leisure Society hanno appena finito di fare delle registrazioni per BBC radio 4. “Sei contento?” – gli chiedo. “Contenti ma un po' spaventati. Non è facile iniziare a suonare a freddo, mentre tutti aspettano di sentire solo te. A parte questo, è stato molto divertente. Come sempre”.
Venire da una cittadina della provincia inglese famosa per la birra e ritrovarsi, ad un tratto, con un disco d'esordio recensito come uno dei più interessanti dell'anno deve essere ben strano.
Eppure la storia dei Leisure Society, che oggi per Rough Trade pubblicano il secondo album, dal titolo Into The Murky Water, raccontata attraverso le parole del loro leader Nick Hemming ha il sapore di un sogno che si realizza all'improvviso.
“Tutto è cominciato con me che scrivevo alcune colonne sonore. Vengo da una piccola città delle Middlands, Burton Upon Trent. Poi mi sono trasferito a Londra, suonavo nella band di Christian Hardy. Abbiamo fatto un paio di concerti solo io e lui alla chitarra in cui abbiamo suonato le mie canzoni. Il pubblico è impazzito, è stato l'inizio. Lavoravo in un magazzino, registravo la sera, non potevo permettermi molto tempo per musica. Poi, da un giorno all'altro, mi sono ritrovato con una nomination agli Ivor Novello Award per la migliore canzone dell'anno. E' incredibile.”
Si è cominciato a sentir parlare dei Leisure Society nel 2009 quando hanno pubblicato The Sleepers, un disco d'esordio segnato da melodie pop all'inglese arricchite da personali arrangiamenti di archi.
“E' stato registrato nella mia camera da letto. Io e Christian Hardy vivevamo nella stessa casa e avevamo organizzato uno studio nella mia stanza. All'inizio c'eravamo solo io e lui che lavoravamo alle idee e alle armonie. Via via abbiamo incontrato gli altri musicisti, ma quando è nata la band c'erano solo le canzoni”.
Il nome della band significa “la società dell'ozio”, e Hamming racconta divertito il perché di questa scelta: “The Leisure Society era il titolo di un pezzo di un gruppo in cui suonavo in passato. E' un concetto degli anni Trenta, quando si cominciò a pensare che nel futuro il mondo sarebbe stato dominato dai robot e non ci sarebbe stato più bisogno di lavorare. Prevedevano per l'uomo l'avvento della società dell'ozio. Questa teoria mi ha sempre affascinato molto. Anche se è evidentemente falsa, perché la gente non ha mai lavorato tanto come oggi. Va detto che è ironico anche per me, che ho sempre avuto un lavoro a tempo pieno e fatto musica per hobby”.
Forse per il gusto per le melodie, forse per un paio di brani dalla straordinaria incisività come The Last of The Melting Snow, forse per la capacità di evocare classici che vanno dai Beatles ai Kinks, i Leisure Society hanno fatto breccia nel cuore del pubblico e della critica prima ancora di avere il tempo di rendersene conto.
“Il punto di svolta è stato quando abbiamo pubblicato il primo singolo, The Last of the Melting Snow. Non ci aspettavamo niente. Nel giro di un paio di giorni l'abbiamo sentito suonare alla BBC, descritto come uno dei pezzi più belli degli ultimi tempi. Sembrava impossibile. Poco prima di pubblicare il singolo avevamo suonato il pezzo in alcuni concerti. La gente alla fine veniva da noi commossa a parlarci di quella canzone. Ci siamo resi conto che aveva qualcosa di speciale, toccava il cuore delle persone”.
Uno dei punti di forza dei Leisure Society è stata fin dall'inizio la cura negli arrangiamenti: “Fin da quando scrivevo colonne sonore ero molto legato all'idea dell'orchestrazione” - racconta Nick . “Mi piacciono John Barry e i Beach Boys e quel tipo di suono orchestrale che guarda alla musica classica. Faccio io gli arrangiamenti, anche se non sono un musicista classico, insegno le parti direttamente ai musicisti”.
Il secondo disco della band ha dovuto sostenere la sfida di confrontarsi con un esordio importante, ma il gruppo ha saputo migliorare ulteriormente il proprio sound, senza alcun Van Dyke Parks o Paul Buckmaster a dar man forte: “Abbiamo scelto deliberatamente di fare tutto da soli. Quando un gruppo si affida ad un produttore o ad un arrangiatore spesso il sound cambia, mentre noi non volevamo. Abbiamo fatto tutto io e Christian, anche dal punto di vista del missaggio e della registrazione. Ci è voluto un sacco di tempo perché non siamo degli esperti, ma abbiamo imparato strada facendo”.
“Io scrivo le canzoni e butto giù le idee, poi arriva Christian e mi dà una mano a metterle insieme”, commenta invece Hamming per quanto riguarda la scrittura dei brani.
Rispetto al passato i cambiamenti nello stile di scrittura non sono molti. Resta forte l'eco dei Beatles (“forse la prima band che ricordo di aver ascoltato”, dice Nick), di cui la band agli esordi realizzò una cover di Something per Mojo: “Non ci piacciono le cover, ma rimanemmo estasiati dalla proposta. Scegliemmo Something. Avevamo paura di confrontarsi con un classico come quello, ma siamo assolutamente orgogliosi del risultato”.
Per quanto riguarda gli impegni, invece, dopo un po' di promozione il gruppo è pronto per il tour: “Per ora niente Italia, ma speriamo di venirci più avanti. Quando c'è bel tempo. Non è facile organizzare, l'ultima volta abbiamo dovuto guidare per un sacco di chilometri e, sinceramente, è costosissimo”.
E per quanto riguarda un prossimo disco, invece, le basi ci sono già: “Ho otto canzoni pronte, ma oltre 300 idee di brani registrate sul mio telefonino. Questo mi permette di scegliere sempre il materiale migliore e di essere sicuro che i Leisure Society non rimarranno senza ispirazione”.


Giulia Nuti



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