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Peter Bruntnell -Black Mountain U.F.O.
(Manhaton Records)
www.peterbruntell.net
www.manhatonrecords.com

Good songs between English and American style

Il cantautore inglese Peter Bruntnell è giunto con questo Black Mountain U.F.O. alla prova della maturità. Proveniente dal Devon, Bruntnell si era già fatto notare nel 2002 con Normal For Bridgewater dalle sonorità alternative country. Poi, dopo altri due album Ends of the Earth (2003) e Ghots in a Spitfire (2005) con Peter And The Murder Of Crows del 2009 si era mosso su terreni più psichedelici andando a sfociare nel genere American che gli valse riconoscimenti di categoria sui magazine musicali Mojo e Q. Questo è invece un album pop nelle intenzioni, ma il background di Bruntnell è evidente. Resta un po’ di psichedelia, di armonie vocali West Coast che si mischiano in uno stile melodico tipicamente inglese. Nella sue canzoni entrano anche le esperienze personali come nel canzone che dà il titolo all’album: Bruntnell infatti era reduce da terapie con ipnosi. In una di queste aveva immaginato di incontrare alieni che gli insegnavano come scrivere le canzoni. Una ballata più malinconica che dark, al centro di un album di grande interesse già dai primi brani, specialmente Bruise On The Sky che ricorda il miglior beat dei Kinks o Reggie Perrin, più beatlesiana. Penelope Keith Blue è invece una ballata dalla grande ispirazione melodica con bei momenti rock. Un disco da ascoltare con attenzione e un artista da vedere dal vivo per vedere se mantiene le promesse dell’album

Michele Manzotti

St.Christopher
Bruise On The Sky
Drive Away
Reggie Perrin
Black Mountain U.F.O.
Penelope Keith Blue
Black Window
Ghost Dog
Marianne
Looking For Allison
Church Of Quivering Brethren

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