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Arcade Fire
Ferrara 11.07.2007



E’ stata una pioggia di energia l’unica data in Italia, a Ferrara, dei canadesi Arcade Fire. Freschi della pubblicazione del loro secondo album, “Neon Bible”, quella del gruppo non è la prima visita in Italia. Fu già protagonista a Milano qualche anno fa, quando ancora non era conosciuto, in un concerto a cui parteciparono solo i più illuminati. Da allora molte cose sono cambiate, e i ragazzi di Montreal sono diventati un fenomeno internazionale, con un estate e una primavera che sono stati un intensissimo tour senza fine per i festival di tutto il mondo.
Il gruppo dal vivo è straordinario, e se può dire di avercela fatta non è certo solo per la fortuna.
Dalla loro hanno un mix di dedizione completa alla loro musica, che li ha fatti notare fin dall’inizio, e una esplosiva energia che è la chiave di lettura e il cardine su cui si regge tutto il loro spettacolo. Dieci elementi sul palco che corrono come matti da uno strumento all’altro, senza paura di saltare, ad esempio, dalla fisarmonica alla batteria. La loro sembra essere, oltre una ricerca dell’impatto sonoro che li ha portati nel corso del tempo ad aggiungere sempre nuovi elementi nel line up, anche una ricerca della varietà, dei suoni più diversi. Ecco che sul palco compare una sezione fiati che in tre si scambia dal flauto alla tromba, dal trombone al corno. E il gruppo non si risparmia su ciò che deve “portarsi da casa” ogni volta che si accinge ad uno spostamento transoceanico: hanno con sé un tecnico per l’audio, uno per i video, oltre dieci telecamere sul palco e dei pannelli rotondi per le proiezioni, un organo e un baldacchino con le sue canne da appendere a fondo palco, una varietà di strumentini usati solo per dare colore.



Da citare manca ancora la loro creatività, la capacità di scrivere brani che attingono alla new wave, al pop, al post rock, al folk, al rock rumorista. Cantabili e coinvolgenti, sono capaci di trascinare una intera piazza nel canticchiare non solo i ritornelli ma anche le linee strumentali.
Dal vivo il gruppo propone vari brani dal nuovo album, come una conclusiva “My body is a cage” che segna l’inaspettata ma efficace scelta di un primo bis più lento e raccolto rispetto ai brani precedenti, ma regala anche quelli che ormai sono loro “classici” come “No cars go” (già presente fin dal loro primo EP e riproposta su Neon bible in una nuova versione), senza disdegnare bellissime incursioni nel meglio del loro repertorio precedente con brani come “Power Out”, “Rebellion”, “Laika”.
A parere di chi scrive, gli Arcade Fire sono uno dei “nuovi gruppi” più intriganti e convincenti della scena internazionale.

Giulia Nuti

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