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Robyn Hitchcock & John Paul Jones
Modigliana – 30 luglio 2007

L’Appennino Tosco Romagnolo ha il fascino della terra di confine in cui tradizioni, leggende e dialetti si fondono rigenerandosi costantemente. È il luogo perfetto per incontrarsi, per dare vita a una nuova idea, ad un progetto, a un percorso.

‘Strade Blu’, il festival curato da Antonio Gramentieri attinge proprio da questa particolarità così profondamente radicata in questi luoghi per offrire agli appassionati di musica ma anche ai musicisti stessi che salgono sul palco, il piacere dell’emozione, la coscienza di condividere un momento davvero unico e irripetibile.

Modigliana è un piccolo borgo con meno di 5000 abitanti, che si trova in fondo ad una vallata. La piazza centrale del paese stasera ospita la prima europea – solo dopo avremo conferma dai diretti interessati che si è trattato di un vero e proprio debutto – del concerto acustico di Robyn Hitchcock e John Paul Jones. Il cielo minaccia pioggia, ma la piazza lentamente si affolla di un pubblico eterogeneo composto di teenager che indossano le magliette dei Led Zeppelin, signori che quella stessa maglietta probabilmente la custodiscono in qualche cassetto in soffitta, coppie ignare di chi salirà sul palco e curiosi che sono qui per ascoltare il concerto di “un famoso bassista”.

John Paul Jones non suonerà il basso stasera, né tanto meno si cimenterà in una canzone dei Led Zeppelin: il repertorio proviene dalla lunga discografia di Robyn Hitchcock, che si prodiga con impegno in un italiano ora fluido ora un po’ spagnoleggiante a introdurre i suoi brani di volta in volta. ‘Blue Man’ , ‘Hey Tarantula’, presentata come ‘un amore con otto gambe pelose’, ‘Full Moon’, ‘I Often Dream Of Train’, e ‘Glass Hotel’ tra le altre.. A John Paul Jones il compito di dare colore alle canzoni ora con il mandolino – “il mio strumento preferito al momento: è piccolo e non fa troppo rumore” confesserà a cena – ora con il dobro suonato come una pedal steel guitar. I due si guardano, sorridono, si consultano sull’accordatura e la tonalità per nulla curanti della spruzzata di pioggia che li investe a metà concerto e che anzi, entrando nei coni di luce colorati, contribuisce a creare un effetto naif e da sogno perfettamente in linea con l’atmosfera del concerto.

‘Not Dark Yet’ di Bob Dylan è la prima cover della serata. “Dylan è stato il serpente che ha dato la mela ad un’intera generazione di musicisti”. Sono parole di Robyn Hitchcock, che si lancerà poi in una versione rock di ‘All You Need Is Love’ con tanto di solo di armonica sul quale s’innesterà ‘Love Me Do’.


I due non hanno paura di mostrare le loro fonti d’ispirazione che nel 2007 si rivelano sempre le stesse: il blues, il rock’n’roll - che i due onorano con una splendida versione di ‘Shakin’ All Over’ – Dylan, e i Beatles. Un’intera generazione inglese di futuri rocker è nata, cresciuta e ha preso coscienza di sé e del mondo con quella musica, leggendo e cantando quei testi. Vedere gli occhi di John Paul Jones che si accendono quando ricorda dell’apparizione alla TV inglese di Buddy Holly o ascoltare Robyn Hitchcock che canta come ultimo bis ‘The Load’ citando la versione corale di ‘The Last Waltz’ scoprono il lato umano e vero di personaggi che, loro malgrado, hanno acquisito nel tempo un alone di mito che, nel caso specifico di John Paul Jones e Robyn Hitchcock, cozza con la realtà: quella cioè di musicisti che vogliono suonare senza sentirsi schiacciati dal loro passato, ma solo arricchiti da esso.

Jacopo Meille
Foto di Francesca Lupo


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