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Love

Le intenzioni dei giovani sono sempre le piu chiare, sono sempre le più felici, anche se si scontrano con il modo di pensare di altre, piu potenti generazioni. Nel 1967 1e intenzioni dei giovani erano più che mai cose serie, che occupavano tutto il tempo che una generazione poteva avere a propria disposizione. Non si pensava al futuro, si pensava al presente in tutte le città del mondo. Ed in tutte le città del mondo il fluido della comuni- cazione era fornito da una musica nuova. Abbiamo già parlato di Los Angeles nel 1967: per strada qualche cervello anche buono, qualche voce da portarsi appresso nel prossimo ritorno al futuro.

E a Los Angeles 1967 ora torniamo. Non c’è intervista, persona influente che viva a stretto con la musica, che non citi, che non ricordi, che non abbia una parola speciale per Arthur Lee, un metro e novanta di pelle nera e cervello ai funghi nascosto in giacche con frange lunghe, jeans a tubo, chelsea boots e occhialini rettangolari da tipo poco raccomandabile. La sua testa rasata è perennemente al sole. quello caldo batte all'incrocio
fra Hollywood BlVd. e Sunset Strip.

Le strade sono quelle che fanno da cerniera con la povertà bassa e la ricchezza alta che si snoda dal mare alla collina. Lee ha un gruppo che si chiama Amore, ma a parte il gruppo, Lee è una mente stregata da grandi intuizioni. Ma, ahimè, la sua voglia di eccessi era troppo più invitante. Nonostante ciò, Lee e suoi Love riuscirono a fermare su vinile alcune cose più impensate di quello e di altri anni, già passati ed a venire.

“L’intera scena era grandiosa, c’era questa gente....Mi aprì gli occhi su cosa avrei potuto fare con il gruppo nel primo disco Love. .Non c'erano molti musicisti che avevano i capelli lunghi allora; i Byrds erano forse i primi. Ebbi un vero e proprio flash quando li vidi. Quando si muovevano per l'Europa o per un tour in America avevano sempre un codazzo di gente Hollywood ovunque andassero, perchè la gente forse non aveva nessun posto andare. Fu cosi che ebbi l'idea di formare il gruppo. Bryan McLean, che era il road manager dei Byrds all’epoca, mi sembrò un tipo sufficientemente famoso da essere coinvolto in un progetto di gruppo, così gli parlai e lui accettò e scivolammo dolcemente nel nostro trip...”.

Questa e breve introduzione al personaggio che ancora oggi molti citano come influenza vivente e prima mente pensante del movimento losangelino al punto che lo stesso Roger McGuinn, leader dei Byrds, più volte affermo che la spinta psichedelica del gruppo avvenne proprio grazie all'incontro con Lee. Ma Lee era ossessionato da quello che gli stava capitando intorno, istigando avvenimenti e anticipando una a 'possessione' musicale dalla quale non si sarebbe salvato.

Lee arrivò a L.A. nel tardo 1963; la sua attività comincio al locale Bido Lito's con una band modello Booker T.e MG's chiamata L.A. G’s, che registrò uno strumentale per l'etichetta Capitol titolo "The .Ninth Wave.'. Suono 'organo con il gruppo dei V.I.P.’s, quindi con il chitarrista Johnny Echols e con il batterista Don Coka formò the Grassroots (nome che dovettero cambiare per via di un gruppo che già aveva lo stesso nome).

Ai musicisti citati si aggiunge Bryan McLean ed il bassista Ken Forssi: erano i Love. Bido Lito's era la loro residenza, e vi si esibivano per un cachet di 25 dollari. Il gruppo venne notato da Jac Holzmen della etichetta Elektra che restò colpito dalla loro versione di “Hey Joe" e da una particolare versione di una canzone Burt Bacharach, "My Little Red Book". In seguito Lee affermerà di aver memorizzato il brano durante la visione del film “What’s New Pussycat" (nel film interpretato da Peter Sellers la Manfred Mann band la eseguiva in una scena girata in un pub). Arthur avrebbe aggiunto di avere apprezzato moltissimo, sempre nello stesso film, l'esibizione del cantante Tom Jones, che continuò a citare come una delle sue maggiori influenze, Quello delle influenze fu un motivo di molte discussioni a proposito dei Love, che parevano divertirsi da disco a disco a collezionare decine e decine di citazioni.

Affermò Lee: “ I musicisti sono da considerare tali perchè arrangiano in modi diversi, rna la creatività e tutta esaurita, e da molto tempo... allora ti aggiorni con differenti stili. Ecco perchè non variamo da genere a genere; che qualsiasi cosa facciamo la faccio bene, dall' hillibilly a Bach. Qual genere io suoni secondo il mio stile è ben suonato. Se e buona musica all'origine lo sarà anche riarrangiata. Se è buona è buona , punto!”.

Si tende a dire che l’impatto del loro album d'esordio (marzo 1966 ) fosse stato più visuale che musicale: bellissimo logo del gruppo, i trip glasses di vetri di differenti colori di Arthur, 1a location ben azzeccata e le pose leggermente provocatorie del gruppo influenzarono i local boys di gran parte d'America che videro nello stile della band un manifesto d’ intelligenza e il lato oscuro di quello stile ben rappresentato gruppo amico/antagonista, i Byrds,

Non bisogna trascurare il fatto che lo stile di scrittura di Lee era comunque più complesso di quella di McGuinn e soci che si servivano anche di apporti estreni e dividevano i crediti della composizione, nei Love tutti affidati a Lee. Nell’album sucessivo, “Da Capo” la formazione si ingrandisce con l’aggiunta del sassofonista Tjay Cantrelli. Questo album, uscito nel Gennaio 1967, presenta alcune composizioni che superano i tempi: "Seven And Seven Is" e "She Comes-In Colors'' sono brani da ascoltare ancora oggi con grande attenzione per cogliere l’elegante e sapiente miscela musicale del gruppo. Ma non è tutto:Lee, completamente perso nella sua strategia ( “gli altri hanno fatto a modo loro, io faccio a modo mio. Prendete quel che preferite”) decide per una seconda facciata con un unico brano una suite di 20 minuti dal titolo “Revelation”, sulla scia del lungo brano dei Rolling Stones “Going Home”, incluso nell’album ”Aftermath”. In quella lunga jam organizzata c’è veramente tutto quello che ci poteva stare. Lee, galvanizzato dalle parole lusinghiere che Zappa spende su di lui si sente insignito di un potere che in fin dei conti non saprà gestire.

Nella sua mente comincia a farsi strada una frattura. e non sarà un caso. L'uscita di "DA CAPO” è oscurata dal successo, giunto in ritardo, che sta riscuotendo un altro gruppo locale, compagno d'avventure e di etichetta. i Doors. “THE DOORS" rappresenta nel giro di poche canzoni Los Angeles come Arthur Lee non vi e riuscito in due album, come non avevano voluto rappresentarla i Byrds, come neanche Zappa aveva voluto, ben più preso a giocare con la società americana che con l'area della città.

I Doors invece erano proprio lì sullo stesso marciapiede di Arthur Lee e dei Love, entrambi pronti ad entrare nel grande film della musica americana. Ma ci sarebbe stato posto per un gruppo solo. Guidati dalla mente sempre piu perversa di Lee, i Love si chiusero in un polemico rifiuto di promuovere l'album in concerto. Affermò Lee: ”Non voglio andare in giro a far sentire in modo diverso cose che sono state realizzate nell'album con grande attenzione. Guardate cosa è successo con "Hey Joe” ed il successo ottenuto dai The Leaves. Adesso quel pezzo appartiene a tutti!”( neanche fosse stato suo'! ndr )

“FOREVER CHANGES'', terzo disco del gruppo, è permeato di grandi idee a partire da '”Alone Again Or ' (scritta da MacLean nonostante la tipica sonorita alla Arthur Lee) fino a “ andmoreagain', lussuoso brano arrangiato con gli archi di David Angel che restituiscono intatto, oggi dopo 25 anni, un fascino discreto ed unico, atipico per la musica dell'epoca. A questo proposito bisognerà ricordare che le orchestrazioni che caratterizzano i dischi dei Love sono simili a quelle che faranno di “ THE SOFT PARADE" dei Doors un album ancor oggi incompreso; o a quelle dei primi dischi di Tim Buckley, immancabili in qualsiasi discoteca. II modo di aggiungere, così tanto caro a Jac Holzman capo supremo dla Elektra, si tramuterà cosi in un trademark of quality, che permetterà a molti di distinguere prima e meglio quei prodotti da altri.

Nel caso dei Love e di questo bellissimo terzo album bisogna aggiungere che la paranoia crescente di Lee è tangibile in frasi come quelle che caratterizzano il brano '`The Red Telephone".” .Noi siamo tutti normali e vogliamo la nostra liberta...”. Dopo "FOREVER CHANGES” ed un altro singolo (“Your Mind And We Belong Together” /” Laughing Stock”), il gruppo si scioglie; il nome resta a Lee che con una nuova formazione registra materiale per ben due album che Holzman deciderà di produrre con Bob Krasnow e la sua nascente Blue Thumb (etichetta che aveva già annoverato Captain Beefheart ). L'album Elektra si intitolo "FOUR SAIL”, la Blue Thumb dettè alle stampe "OUT HERE" e "FALSE START', quest'ultimo da citare per la presenza di Jimi Hendrix che infiamma il brano 'The Everlasting First". Ma è troppo tardi per i Love: lo spirito del 1967 è alle spalle, le cose belle sono già passate e il gruppo si scioglie definitivamente. Lee, dopo il disco da solista “Vindicator” del 1972, riappare con il marchio Love a Memphis nel 1974 per un album R&B intitolato “REEL TO REAL", si riaffaccerà da solista con ”Arthur Lee” nel 1977 e tornerà ancora nel 1978 con “LOVE LIVE” insieme a Bryan McLean e poi ancora nel 1992 con un nuovo album e un tour ma il meglio e stato dato e non resta che ricordare il talento maledetto e perverso di Lee, autoaffondatosi troppo presto, come in una delle tante storie di Hollywood.

Ernesto de Pascale

Articolo originariamente pubblicato sul mensile Music nel 1992

Love live all’Auditorium Flog di Firenze il 13/03/2004

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