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Anteprima

Pink Ariel’s Haunted Graffiti : Worn Copy
(Pow Tracks)
www.pow-tracks.com

Wild & Crazy guy still in action with his own world’s cinematic audio landscape. More song oriented than the previous album, Pink Ariel is a name to watch!

Non si sa se ci fa o ci è Pink Ariel che pubblica adesso questo “Worn copt” ( è il termine per un disco in vinile molto sciupato…) un album riversato in cd da un master a otto piste del 2002. Ancora una volta realizzato con la tecnica del “cut up”, per spiegare la qualità sonora di “worn copy” diciamo solo che sembra registrato a Disneyland in uno di quei box presso cui negli anni cinquanta si realizzavano per pochi cent istant disc. Da un disco all’altro Pink Ariel ha, infatto, mantenuto invariato il suo fascino e qui e lì dà una zampata graffiante a chi lo pensa solo un povero pazzo, buttando una melodia inimmaginabile o un giro armonico imprevisto magari subito seguito da un dialogo da un telefilm o da un frammento stile “demo” stonatissimo e ubriaco.
Prendete il brano otto del cd, “The drummer“: è armonicamente e ritmicamente originale, su un impianto che viaggia bene si inserisce un’ apertura melodico - armonica interessante e un groove coinvolgente tiene bene in vita l’interesse. Non un qualsiasi folle potrebbe fare così bene. Verrebbe da pronunciare il nome di Syd Barrett ma non vorremmo farlo invano ma potremmo sicuramente fare quello di Snakefinger il non dimenticato collaboratore dei Residents che con le sue micro opere non si muoveva in un’area poi tanto dissimile da quella di Pink Ariel la cui altra caratteristica da sottolineare è che ogni suo brano ne comprende almeno altri cinque, rendendo il primo ascolto complicato, soprattutto lì dove si passa dal pop ai brani di ispirazione kraut e ritorno! Un po’ troppo lungo “Worn Copy” è uno di quei dischi che si acquista per scelta, entrando in un negozio (se ancora esistono) e chiedendolo a voce alta (si farà un bellissima figura perché tutti gli acquirenti presenti in quel momento si domanderanno cosa state cercando… ) e uscendo con il disco sottobraccio (esiste anche la versione su vinile).
E’ difficile spiegare la musica di questo ragazzo o forse il suo è solo il risultato di ciò che ha raccolto nella sua vita di girovago – così si capisce sia stata fino a oggi la sua esistenza – certo è che un sentimento puro e incontaminato appare forte e non si può relegarlo in secondo piano.
Sarà curioso continuare a seguirlo per vedere che strada imboccherà (il potenziale – ripetiamo – è pazzesco!). Pink Ariel potrebbe essere uno di quei fenomeni sotterranei che contribuiscono a “pareggiare “ il panorama musicale sempre più schiacciato e linea piatta.
Un solo consiglio: il disco per essere feramente assimilato e per godervi la lucida follia di Pink Ariel deve essere ascoltato per intero (75’.46’’ ). Vi anticipiamo solo che a un certo punto apparirà dal nulla una divertente parodia di Brian Wilson in “Somewhere in Europa “. Un altro piccolo dono del nostro per quegli audaci che lo sostengono ovunque nel mondo, e che lo additano come un “genio”. Usando fino ad oggi questa parola appropriatamente.

Ernesto de Pascale


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