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David Andrews: Everything to Lose
(East Sound)
www.davidandrewsband.com

David Andrews’ latest album, “Everything to Lose” is a very good work because it shows that his songwriting has evolved since his first album and since his experience with Calobo. Released by East Sound and produced by Marvin Eitzoni, Everything to Lose shows a perfect roots-rock sound made with the precious help of Bucky Baxter at the pedal steel guitar and Tammy Rogers at the violin. The highlights of this album are Completely, Don’t Cost Much and the old time song Oh Mrs.Johnson

Di David Andrews avevamo già sentito parlare soprattutto per quello che riguarda la sua parentesi al fianco dell’amico Caleb Klauder nei Calobo, particolarissima band di discreto successo alla fine degl’anni 90 di cui si ricorda il disco Live At Crystal Ballroom intriso di spirito da jam band con spunti che andavano dal rock al jazz passando per il pop. Poi il buon David era finito nell’ombra per un po’ per uscirne nel 2000 con Get me Out of This Place, il suo primo disco solista, che ricalcava un cantautorato abbastanza classico ma con alcuni spunti interessanti. Everything to Lose, questo il titolo del suo nuovo disco, pubblicato dalla East Sound e prodotto in modo eccellente da Marvin Eitzoni (già al produttore dei Counting Crows), è così una vera sorpresa, un po’ per il brillante cast dei musicisti che hanno partecipato alle incisioni (su tutti spiccano Bucky Baxter alla pedal steel e al mandolino e Tammy Rogers al violino) un po’ per la definitiva conferma di David come abile songwriter. Il disco infatti si regge su una buona quantità di intense ballate per voce e pianoforte su cui si innestano raffinati arrangiamenti elettroacustici che ben evidenziano le sfumature e i contorni delle storie raccontate da David. Non è un caso dunque che a brillare nel contesto generale risultino brani come Completely, dove Bucky Baxter fa letteralmente magie alla steel guitar, o ancora Don't Cost Much e Treasure Today, due ballad segnate da un andamento molto melodico e soprattutto da ottime performance vocali. Il resto del disco non delude, perché ci mostra la grande duttilità di David Andrews, alle prese sia con brani old time come Oh Mrs. Johnson, con il mandolino di Baxter in primo piano, sia con country rock, vedi la bella title track che fa il paio con Don’t Walk Away dove si ritrovano alcuni spunti pop di inizio carriera. Il finale però riserva ancora qualche sorpresa, infatti prima con la rock ballad Common Good e poi con la dolcissima Little Mary, Andrews chiarisce definitivamente di avere le carte in regola per fare bene in futuro. Non perdetevelo dal vivo perché sarà in Italia per la Only A Hobo di Carlo Carlini.

Salvatore Esposito

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