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AAVV: Liocorno: Note d'autore
(Storie Di Note)
www.liocorno.net


Liocorno: Note D’Autore is a compilation where you can find very nice live performance of some Italian songwriters-performers and bands recorded during a concert organized by Liocorno, a musical promoting association. This compilation don’t contain most famous Italian singer but a genuine examples of genuine songwriters that play for peace and protest against the war. This is a sort of our Vote For Change!

In modo quasi clandestino da qualche tempo è uscito questa bella compilation live, che raccoglie il meglio di un concerto del 14 dicembre 2003 organizzato dall’associazione Liocorno a Montebelluna (Treviso) e che ha visto la partecipazione di alcune tra le più interessanti realtà della canzone d’autore italiana tra note e meno note. Il disco, seppur abbastanza artigianale, suona sin da subito gradevole e ben amalgamato sia per le tematiche trattate (pace, guerra, amori, denuncia sociale) sia per contiguità stilistica e di arrangiamento (i brani sono tutti in versione acustica). Ad aprire il disco troviamo Sai di Gualtiero Bertelli, un brano gradevolmente poetico che ha il difetto di non brillare per l’interpretazione all’apparenza, infatti è interpretato dall’autore con una voce roca forse poco adatta al testo. Molto meglio le cose vanno per Alberto Cantone, cantautore deandreano, che con la polemica Siete venuti a cercare, ci riporta dritto alla migliore protest song di Woody Guthrie, aprendo una profonda riflessione sulla guerra in Iraq. Molto toccante è anche la struggente e desolata versione acustica di Sesto San Giovanni dei Gang con Guido Frezzato dei Marmaja al mandolino che senza dubbio con Folkstudio di Claudio Lolli con Paolo Capodacqua si candida come brano clou del disco, per quello che concerne la qualità dell’interpretazione e della canzone stessa. Di non meno interesse sono poi la bellissima traduzione della sofferta Carolina di Townes Van Zandt, operata da Andrea Parodi, la rediviva Le ragazze di domani di Goran Kuzminac, impreziosita dal flauto di Giacomo Lelli e la dolcissima E ancora le dirai: Ti voglio bene di Renzo Zenobi. Sul versante delle sorprese buoni segnali arrivano anche da Paolo Capodacqua, inseparabile chitarrista di Claudio Lolli, presente con La bambina che sapeva volare, dagli “esordienti” Renato Franchi e l’Orchestrina del Suonatore Jones con Cento passi, dai Marmaja con Quello che vorrei e dai Tupamaros con Alex. Unico brano non in italiano è Jo soi l’inviern di Lino Straulino che oltre ad offrire un bel testo minimalista in friulano dà prova di grande tecnica chitarristica. La sensazione che si ha alla fine è di avere di fronte un bell’affresco della musica d’autore italiana, forse non sempre perfetto ma senza dubbio non privo di fascino, sia per la qualità di alcune composizioni sia proprio per l’atmosfera che questo disco ricrea.

Salvatore Esposito

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