. David Gilmour -On An Island Tour

Di nuovo in tour dopo otto anni:
i Pink Floyd sono sempre più David Gilmour

David Gilmour -On An Island Tour
Roma Auditorium Parco della Musica 26/3/2006


Hanno litigato di nuovo... Non è passato che qualche mese dalla applaudita reunion in occasione di "Live Eight", l'evento organizzato da Bob Geldof andato in contemporanea da diverse città del pianeta,che le cronache registrano l'ennesima lite tra Gilmour e Waters. Infatti Nick Mason è in tour con Roger Waters mentre Richard Wright, Dick Parry (sassofoni) e Guy Pratt (basso) stanno con David Gilmour e si dice anche che i due non vogliano avere gli stessi promoter per l'organizzazione dei concerti e che il Divino della Fender non abbia gradito che questo in Italia non sia avvenuto. Solo voci per carità,va notato però che nella bio ufficiale nel sito davidgilmour.com la cosiddetta reunion viene definita un episodio,grande, ma pur sempre un episodio. Beghe a parte diciamolo pure: il suono dei Pink è inevitabilmente quello di Gilmour con chitarra e voce e quello del tastierista Richard Wright che dal vivo nella data romana della tourneè italiana (anche Milano) hanno offerto una prova di livello altissimo accompagnati anche da "el magnifico" Phil Manzanera alla chitarra,fondatore dei Roxy Music e tra i produttori di "On An Island" il nuovo cd di Gilmour col quale collabora da anni.


La serata: pubblico eccitato,anche troppo viste le continue urla e applausi deliranti spesso a sproposito con disturbo dei musicisti soprattutto durante "Shine on You crazy diamond",strapiena la sala perfetta come acustica e visuale con i biglietti sold out da mesi (lo stesso per tutte le altre date europee) e una scaletta decisamente accattivante. Il concerto dura tre ore con un break di venti minuti che separa la parte iniziale dove la band propone tutto il nuovo "On An Island" e la successiva dove domina il repertorio dei Pink Floyd. Si inizia con "Castellorizon" e poi tutte le altre dell'album,il pubblico gradisce e finalmente si trova di fronte una band che usa sì l'elettronica ma suonando davvero. E bene.
Inutile dire che i virtuosismi,le sonorità e l'ottimo light show predispongono al meglio alla seconda parte che,giusto il tempo di imbracciare la Stratocaster, inizia con "Shine on You crazy diamond" accorciata e arrangiata in modo più raccolto soprattutto per la voce,prosegue fino ad arrivare ad una splendida "Fat old sun" da “Atom heart mother” con seconda parte veramente elettrica. Mano a mano che si va avanti è chiaro al pubblico che quel suono,quel progetto partiti nel 1967 sono rappresentati sul palco in questa serata. A parte forse l'esigenza di un diverso setting della batteria,a parere di chi scrive un tantino troppo "moderno" e dissimile da quello di Mason,i suoni che arrivano sono proprio quelli della band di Cambridge. Del resto fu proprio l'arrivo di Gilmour per sostituire un esausto Barrett nel gruppo a dare da subito un suono così particolare ai Pink Floyd. E' inevitabile quindi che la figura di Syd aleggi sul palco sia per gli omaggi che nel corso degli anni i vecchi amici gli hanno dedicato (con Gilmour si conoscevano sin da piccoli) sia per la scelta di alcuni brani suoi per la scaletta del concerto. Che continua...continua! Partono con "Breathe/Time/Breathe(reprise)" tanto per confermare la sensazione di cui sopra,seguita da "High Hopes" e da un compendio di "Echoes" e "One of these days" veramente interessante,non è semplice accorpare due pezzi così famosi ma ci si riesce bene nel caso. Improvvisamente,terminata "Echoes",al buio la band rientra nei camerini per uscirne dopo poco per il bis composto da "Wish You were here" e "Confortably numb",due pezzi che garantiscono il virtuosismo chitarristico al suo massimo. Nel primo Manzanera garantisce un tappeto di chitarra elettronica a sostenere quella acustica di Gimour e nel secondo il bandleader si esibisce in un lungo solo di chitarra synth che fa andare in brodo di giuggiole tutti i presenti.
Compreso me.


Alessandro Mannozzi

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