. Kelly Stoltz - Below the Branches

Kelly Stoltz - Below the Branches
(Sup Pop)
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Multistrumentista proveniente da San Francisco, Kelly Stoltz è un musicista dotato di buona musicalità e, soprattutto, di una energia che lo porta molto oltre la musica che pubblica. Ecco allora che Kelly non si perde d’animo quando il suo album “Antique Glow” non trova un’etichetta, stampandosene duecento copie in vinile, fortunata intuizione che permetterà a quel disco di essere infine stampato in Australia, Stati Uniti ed Inghilterra, dove guadagnerà un posto al sole nella classifica della rivista Mojo fra i migliori dischi del 2004, a tre anni di distanza dalla prima stampa.
Kelly Stoltz, impegnato in questa lenta acquisizione di un’immagine internazionale, pensa bene – sarà un caso ? una strategia ? – di complicare un po’ la percezione che il pubblico può essersi intanto fatta di lui reincidendo per intero “Crocodiles” di Echo & The Bunnymen, il migliore album del gruppo di Ian McCulloch e Will Sergeant. L’idea piace e porta Stoltz in tournée con i complimenti del gruppo stesso. Intanto Kelly è già oltre ed ha, siamo sempre nel 2004, già iniziato le registrazioni di quello che diventerà poi “Below The Branches” nel suo studio casalingo ad otto tracce su nastro analogico. Riunendo in un solo album le molte influenze di Stoltz: psych rock, folk, blues, pop e un indubbio debito verso lo stile vocale dei Beach Boys, Kelly Stoltz ha concepito questo “Below the Branches” sul piano verticale casalingo che ha spostato la sua musicalità altrove per ovvi motivi armonici e melodici e di disposizione di accordi e voicings a partire dalla iniziale ”Wave Goodbye” che potrebbe uscire da “Here Comes the Warm Jets”, uno dei migliori album pop di Brian Eno, realizzato subito dopo la dipartita dai Roxy Music. A questa impressione se ne sostituiscono subito dopo altre però mostrandoci la poliedricità dell’artista ma anche una certa discontinuità.
Stoltz è, infatti. una voce(relativamente) nuova della scena della Bay Area ma è voce accreditata e dotata di un proprio stile e in questo disco lo dimostra, sapendo scegliere bene gli accompagnatori, musicisti di varia provenienza fra cui spiccano membri degli ottimi Mother Hips, deve solo imparare a scegliere meglio il proprio materiale per salire di categoria.

Ernesto de Pascale

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