Esperanza Spalding - Junjo
(Ayva)
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Modal melodic first offering from Spanish & European Jazz’s brightest Esperanza, unique singer and acoustic bass player of a kind

Esperanza Spalding è la nova stella del jazz iberico. Il suo album d’esordio Junjo conferma le buone parole spese su di lei. Contrabbasista e cantante, il timbro vocale ricorda la migliore Flora Purim, con il suo trio - Aruan Ortiz al piano, Francisco Mela alla batteria - suona un jazz modale elegante e senza tempo che brilla per i temi, spesso all’unisono con il suo strumento. Le nove composizioni, sei originali più brani di Jimmy Rowles, Egberto Gismonti e Chick Corea, mostrano che la Spalding ha le idee chiare.
Nel brano più suntuoso e sfaccettato della raccolta, Mompouana, del pianista Aruan Ortiz, risolto in un bel groove rotatorio conclusivo, appare chiaro che la Spalding è già padrona di una cifra stilistica fortemente originale, più vicina a Charnett Moffett e al suo maestro Richard Davis che a nomi altisonanti come Charlie Mingus o Eddie Gomez (che qui e là la Spalding ricorda, soprattutto sui timbri secchi a fondo scala).
In Junj, la Spalding e i suoi evitano tentazioni sudamericane di alcun tipo e stanno lontano da un modello americano di trio alla Bill Evans. Una operazione di sottrazione, anche solo mentale, si avverte e innalza la musica un gradino più su.
Qui tutto si muove con elegante geometria e la lucidità della proposta - mai nessun scavalcamento, soli disposti in solide stanze rifinite e modellate da riff a incastro - ci spinge a pensare un gran bene di Esperanza Spalding, della sua evidente freschezza, del suo impegno a proporre un repertorio davvero originale di cui possiamo solo esultare segnalando questo esordio come uno dei più belli ascoltati ultimamente nell‘interesante e magmatico universo del nuovo jazz europeo.

Ernesto de Pascale