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The Magnetic Fields – Distortion
(Nonesuch Records)
www.myspace.com/themagneticfields
www.houseoftomorrow.com/

The Magnetic Fields return with a short, but great, album. In forty minutes they have built a considerable mix of styles and themes for one of the best works of 2008 since now.

Sotto la guida del poliedrico Stephin Merritt, i Magnetic Fields sfornano, dopo quattro anni di digiuno, il loro nono album. Ad aprire Distortion ci pensa l’incalzante Three-Way, una corsa strumentale che alza il sipario su un disco che avrà validi motivi per farsi ricordare.
Nella composizione della Track List, ben concepita e prodotta, si alternano la voce bassa e profondissima di Stephen Merritt e quella metallica, ma allo stesso tempo ipnotica di Shirley Simms. Il concetto di fondo è quello di alternare pezzi indie-pop con una vocalità più acuta e artefatta (Simms) e ballate disperate vagamente anni ’80 (Merritt). Il risultato è quello di tenere incollato l’ascoltatore, sinceramente affascinato dai cambi di direzione continui che Distortion riesce a prendere.
Si parte con “California Girls”, cantata dalla Simms, sarcastico attacco alla California di plastica e del lusso sfrenato. La frase “I hate california girls” conclude ogni strofa e i tempi in cui i Beach Boys cantavano “I wish they all could be california girls” sembrano davvero distanti.
In “Old Fools”, traccia successiva, l’atmosfera vira completamente verso un Synth Pop emozionante. Merritt canta come Ian Curtis e il richiamo ai grandissimi Joy Division è palese. La voce del deus ex machina della band di Boston è incredibile al punto da sembrare artefatta. A tratti sembra uscita da qualche video degli anni ’80. Altre volte, come in “Mr.Mistletoe” ricorda vecchi artisti folk di epoche ormai andate e svanite nel bianco e nero. Si cimenta con pezzi quasi punk come “Too Drunk To Dream” e allo stesso tempo con struggenti ballate d’addio (“I’ll Dream Alone”).
Shirley Simms, invece, tiene la parte alla grande con ipnotici pezzi glaciali alla “Bitter End”, spaziando poi attraverso la dissacrazione di “The Nun’s Litany” e la vena pop che, dopo “California Girls”, si può ritrovare in “Drive On, Driver”.
Al termine dei 40 minuti scarsi di Distortion l’impressione è quella di avere ascoltato un’opera completa, matura, ben prodotta, originale. Capace di soddisfare gusti differenti, dagli appassionati della New Wave a quelli dell’Indie Rock e Pop contemporaneo. Con molta attenzione per la qualità del suono, sempre molto denso, forte di arrangiamenti curati e mai casuali.
I Magnetic Fields, insomma, tornano a fare centro con quello che per ora è uno dei dischi più belli del 2008. La speranza è che nel tour, per ora solo americano, inseriscano qualche tappa europea e magari italiana. Oltre ovviamente a non dover attendere altri quattro anni per riascoltarli.



Matteo Vannacci

Track List

1. Three-Way
2. California Girls
3. Old Fools
4. Xavier Says
5. Mr. Mistletoe
6. Please Stop Dancing
7. Drive On, Driver
8. Too Drunk to Dream
9. Till the Bitter End
10. I'll Dream Alone
11. The Nun's Litany
12. Zombie Boy
13. Courtesans

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