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INTERVIEW

Intervista a Luciano Regoli – La Nuova Raccomandata con Ricevuta di Ritorno


A trentasette anni dalla pubblicazione del loro unico album per la Fonit Cetra, “Per..Un mondo di Cristallo”, il nome della Raccomandata con  Ricevuta di Ritorno, indimenticabile band romana dell'inizio degli anni Settanta, è tornato sulla scena del progressive italiano.

A guidare il progetto, sotto il nome di Nuova Raccomandata con Ricevuta di Ritorno, è oggi il cantante e pittore Luciano Regoli, che con alcuni degli amici di allora tra cui Roberto Gardin, Nanni Civitenga, Walter Martino e Claudio Simonetti ha dato vita all'album “Il Pittore Volante” (AMS Vinyl Magic /BTF). 


Luciano, da dove nasce la spinta a riprendere il progetto “ Raccomandata con ricevuta di ritorno “ ?

Sono sempre stato affezionato al marchio “ Raccomandata con ricevuta di ritorno “, cosi un anno e mezzo fa mi sono deciso a ricercare, tentare di riunire di fronte ad un tavolo, i componenti originali del gruppo. E stato un lavoro molto complicato e lungo, e fra coloro che sono riuscito a ritrovare dopo 30 anni ci sono Nanni Civitenga e Roberto Gardin, entrambi cari amici di vecchia data.


La “ Raccomandata “ è sempre stato un gruppo musicalmente eterogeneo, quasi composito...Nel riprendere la formazione, fra gli elementi musicali che lo animavano, quali hai deciso di mantenere e quali hai introdotto di nuovi?

Ho voluto mantenere quel mood tenebroso, sia nei testi che nelle musiche. Per i testi e le tematiche, ho attinto al materiale di un libro che ho pubblicato qualche anno fa...un libro di appunti di viaggio e riflessioni, “Il Pittore Volante”. Data la mia passione per la pittura, il disco è proprio un esperimento fra musica e pittura.


I musicisti che sei riuscito a convincere, sono comunque di una certa levatura...

Non  potendo avvalermi di tutti i membri originali , ho fatto riferimento agli amici di vecchia data del periodo progressive, ma anche ad altri validi della scena odierna. Claudio Simonetti con il quale suonai agli esordi nei “ Ritratto di Dorian Grey “, Nicola di Staso che era nei “ Lybra “. Ha collaborato anche il mio amico americano Carl Verheyen, chitarrista dei Supertramp, che ha suonato le parti di chitarra di un brano all'interno del disco.


Possiamo dire quindi che il disco ha un certo spessore...

Sicuramente si...inoltre ci siamo tutti dati molto da fare, ed è stato un lavoro piuttosto lungo che è durato quasi due anni. Abbiamo avuto un ottimo rapporto di collaborazione , stima ed affetto , ed è stato bello provare tutto questo ancor dopo tanti anni...


 Visto che hai vissuto direttamente il periodo di passaggio fra il beat e il progressive, potresti fornirci un testimonianza di quegli anni? Per quello che riguarda “ Il ritratto di Dorian Gray” , il gruppo con cui hai esordito,  cosa puoi dirci vista la nube di mistero che li ha sempre circondati? E' rimasto qualcosa di questa formazione?

 Del “ Ritratto di Dorian Gray” è rimasto solamente un filmato di 3 minuti circa,  purtroppo senza audio , di un nostra esibizione al Raduno Pop di Caracalla tenutosi nel 1971. L' audio fu registrato da Claudio Simonetti, ma lui a differenza di me non è riuscito a ritrovare la bobina.

Tra le altre cose, quel breve spezzone è stato inserito in un documentario chiamato “Mellotron”, prodotto da un canale satellitare.


Potresti descriverci il panorama musicale da cui il “ Ritratto di Dorian Gray” si mosse , nel momento di passaggio fra la generazione beat e quella successiva del rock?

Nella piccola scena romana di fine anni sessanta, era difficile poter ascoltare musica proveniente dall' Inghilterra...ci limitavamo ad sentire le novità nelle trasmissioni delle radio libere. Quando poi i primi ragazzi dell'epoca si recavano in viaggio a Londra, riportavano con loro fra le altre cose anche i dischi inglesi...i Deep Purple, i Led Zeppelin...cosi la piccola scena romana cominciò ad interessarsi a questa nuova musica...


E invece per quello che riguarda un gruppo, un musicista che vi ha ispirato e vi ha fatto pensare : “ Ecco , da ora in poi le cose non saranno più le stesse...” ?

Per me ed altri, fra cui Claudio Simonetti e i futuri Osanna per fare un esempio, sicuramente il concerto di Arthur Brown al Teatro Olimpico nel 70'...all'epoca lui era già un grande artista, grazie alle sua voce e alle sue performance sul palco, e in quel concerto con un pubblico di circa 50 persone, rimanemmo tutti incantati...In questo senso gli Osanna presero molto dalla dimensione spettacolare di Brown, e proposero il loro concetto di teatro canzone, l' utilizzo delle maschere etc etc...

Subito dopo si esibirono al teatro Brancaccio anche i Jethro Tull , gli Yes...

Tuttavia debbo dire che ebbe su di me un impatto molto più significativo qualche anno prima Jimi Hendrix...Era il '68, ed io marinai la scuola per assistere al suo concerto al Brancaccio...prima quello del pomeriggio, poi ,dopo essermi nascosto nei bagni del locale,quello della sera...


Al termine dell'esibizione di Arthur Brown, all'uscita dal concerto, ricordi cosa vi siete detti dopo aver assistito a questo evento per voi cruciale? Intuiste già un nuovo percorso da intraprendere?

Rimanemmo strabiliati dalla qualità della musica, e sopratutto dalla qualità e dalla tecnica degli strumentisti sul palco, che rispetto ai nostri della scena romana in generale erano decisamente più bravi e sicuramente ci ponemmo la finalità di suonare molto dal vivo


Ricordi qualcuno di preciso che fu importante per portare voi e altri gruppi della scena romana verso un percorso discografico?

Per noi e molti altri , sicuramente la figura di Pino Tuccimei. Fu il nostro manager e di altri  gruppi nostri contemporanei ai tempi della “ Raccomandata “...organizzava tutto lui...le serate e i contatti con le case discografiche. Fu lui appunto a scritturarci per la Fonit Cetra di Torino al tempo della “ Raccomandata “ .


Pino Tuccimei è rimasto molto tempo con voi?

Fino a dopo l'esperienza della “ Raccomandata “, cioè con la formazione successiva dei “ Samadhi “. Tuttavia io abbandonai poco dopo il nuovo progetto, perché si erano già creati alcuni problemi al suo interno...tra l'altro la Fonit di Torino decise di supportare maggiormente l'altra formazione di grido della scuderia, gli “ Uno”, che all'epoca riscossero un discreto successo...peccato perché avevamo fatto un buon lavoro...

Io comunque decisi di estromettermi da quella seconda ondata del progressive, perché intuii già da subito che ne stavano nascendo troppe di queste band


Cosa ti aspetti invece da questo nuovo capitolo della storia “ Raccomandata “ ?

In verità non mi aspetto niente, questa reunion andava semplicemente fatta, per concludere questa parabola...per rivivere un momento della mia giovinezza


Poi ci auguriamo tutti di poter ascoltare dal vivo la nuova musica della “ Raccomandata”...

Si sicuramente, ho anche in mente di aggiungere parecchi ospiti alle esibizioni.

Carl Verheyen mi ha già dato la sua disponibilità e se questo fosse possibile mi piacerebbe riproporre anche alcuni brani della vecchia “ Raccomandata “ in versione ri arrangiata


Ernesto De Pascale


 

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