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Il controllo di un ottimista impaurito. Incontro con Luca Bandini


Una serie di suicidi inspiegabili, un progetto terrificante e due detective per caso. Sono solo alcuni degli ingredienti del giallo “Controllo assoluto” di Luca Bandini, vincitore del Premio Palazzo del Bosco 2005. Lo scrittore fiorentino ha già pubblicato un romanzo nel 2003 intitolato “In fondo al buio”. Laura Tabegna lo ha intervistato.


Lo studio è invaso da una giornata di sole. Cultura e passioni si mescolano ordinatamente sugli scaffali, ma, all’improvviso, l’armonia della stanza è trafitta dall’urlo più famoso della storia del cinema. L’immagine della doccia di Psycho è appoggiata, accanto ai volumi di Stephen King e ai dischi dei Rolling Stones, sulla libreria di Luca Bandini, scrittore vincitore del premio ‘Palazzo al Bosco 2005’ con il giallo “Controllo assoluto”. “Sono un ottimista impaurito”, così si definisce lo scrittore fiorentino, autore dalla personalità positiva e rassicurante, ma anche capace di intuire il male nel suo aspetto più diabolico e autorevole. E proprio da uno dei pericoli più inquietanti, quello del controllo assoluto della mente, nasce l’enigma del giallo.
-Oltre che dalla storia il lettore viene coinvolto anche in un meccanismo angosciante, realistico. Quello del potere totale sul cervello umano.
“Il controllo assoluto delle scelte dell’uomo è un problema globale. Qualsiasi operazione si faccia, dal bancomat al cellulare, è controllabile e controllata. Siamo monitorati in ogni movimento. Tutto ciò mi dà l’idea di un potere nascosto, che non ha faccia né identità, ma che condiziona silenziosamente le scelte”
- Lei crede che un giorno l'uomo potrà avere un controllo completo sulla mente?
“Quando andai a ritirare il premio mi definii,, come ho già detto prima, un ottimista impaurito. Ottimista perché credo che ci saranno sempre persone che vorranno conoscere la verità e che avranno il coraggio di reagire. Impaurito perché sia la mia e sia l’ultima generazione sembrano distratte rispetto ai pericoli che minacciano il mondo”.
- Ha scelto una giornalista finlandese come protagonista
“Il pericolo è globale, ho scelto la Finlandia, paese che conosco e che amo, ma anche l'Inghilterra e la Svizzera. Ho voluto creare una storia generalizzata. Il luogo perde un po' di significato. Sono le persone e gli intenti che hanno valore.”
- La storia inizia con una serie di fatti efferati e inspiegabili, purtroppo simili a quelli che si leggono tutti i giorni sui quotidiani. Ha trovato ispirazione nell'ordinaria follia?
“Senza dubbio, sembra un'affermazione banale, ma la realtà supera la fantasia. Ormai siamo abituati a confrontarci quotidianamente con il male.
- Una catena di suicidi: un incipit incisivo
“ Mi piaceva iniziare con un impatto forte, proprio perché nella struttura del giallo è necessario che si catturi subito l’attenzione del lettore. Per creare una tensione immediata si evidenzia l'assurdità del suicidio di persone che vivono tranquille o che hanno raggiunto l'apice del successo.”
- Nella sua storia i personaggi sono schierati come in una scacchiera, pronti per una guerra tra bene e male. Come si costruisce un giallo?
- Definisco subito l’inizio e la fine. La strada da percorrere è chiara. Se mi piace quello che scrivo mi accorgo di prendere deviazioni che vanno assolutamente da sé. Piano piano divento personaggio del romanzo, ne sono coinvolto in prima persona. A questo punto possono presentarsi altre strade. Fermo restando il fine che mi sono preposto”



Chi ispira i personaggi del suo romanzo?
“ Alcuni protagonisti della storia sono trasposizioni di amici, altri sono pura fantasia. Per il “dottore”, personaggio ambiguo ma incisivo, ho preso spunto dal dottore nazista Mengele.”
- Nella storia, ad un certo punto, appare anche un trans, “Drella”.
“ Ultimamente si parla molto di coppie di fatto, così ho voluto dare una mia versione e ho inserito un personaggio particolare,‘Drella’. Gli spunti creativi sono molti: un fatto di cronaca, la voglia di esporre un’idea”
- Dove scrive i suoi libri?
“Nel mio studio. La scrittura per me è un'applicazione costante. Scrivo tutti i giorni, ho bisogno di rimanere sul romanzo, altrimenti perde di incisività. La mattina mi alzo, do da mangiare al cane, poi stacco il telefono e comincio a scrivere
Quando ha capito che quello dello scrittore era il suo mestiere?
“Fin da piccolo scrivevo poesie, racconti. Poi ho sentito il bisogno di mettermi alla prova. Amo tanto leggere. È la lettura che mi ha fatto venire la voglia di scrivere. Ho scritto un romanzo, l'ho fatto leggere agli amici, è piaciuto, e da lì ho pensato di continuare.
Il suo genere è il giallo?
“Ho ricevuto un complimento a proposito di ‘Controllo Assoluto’: “Una volta scritto questo puoi scrivere di tutto”. Da una parte mi dispiace perché sembra che il giallo sia un sottogenere, dall'altro è un invito a cimentarmi in qualcosa di diverso...ma ancora non sono sicuro”
Se dovesse scegliere una colonna sonora da abbinare alla storia…
“Lascio al lettore la scelta. Io preferire i Cure o Siouxsie and The Banshees. Una musica dark, disturbante.”
Si può sostenere che l’arma del delitto, nel suo libro, è la scienza?
“La scienza è sempre in evoluzione. Per sua definizione non si può fermare, pensiamo alla ricerca sulle staminali, ma anche al conflitto sull’eutanasia. Quando la scienza si scontra con l’etica c’è sempre un conflitto profondo. Il libro vuole proporre un interrogativo, ma la risposta rimane al lettore.”
Da una conclusione aperta ad un nuovo enigma: Luca Bandini svela la prossima uscita di un giallo. L'occhio acuto dell'ottimista impaurito si dedicherà, stavolta, ad un noir a tuttotondo. E la protagonista sarà proprio la sua Firenze.

Laura Tabegna

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