Marc Ford - Weary And Wired
(Provogue/Edel)

Marc Ford plays with the past, and from the past he grabs good and bad memories.

Non abbiamo fatto in tempo a godere del tutto per il suo rientro in seno ai Black Crowes per il bellissimo DVD e conseguente doppio disco dal vivo dell’anno scorso dal titolo emblematico ‘Freak & Roll… In The Fog’, che veniva annunciata la sua ennesima dipartita di Marc Ford dalla band che gli ha dato la notorietà.

‘Weary And Wired’ è un concentrato di rock’n’roll che attinge dalla più classica tradizione americana: suoni, attitudine, feeling generale, tutto profuma e, in qualche caso “puzza”, di passato, e sì sa, il passato può cullarti dolcemente ma anche alimentare le tue incertezze.

Le canzoni di Marc Ford hanno questo effetto “boomerang”, nel senso che ti ammaliano, ti irretiscono perché ti danno subito del “tu”, ti offrono da bere e ti fanno passare una bella serata, ma poi, all’improvviso, ti lasciano da solo, più solo che mai. Il lotto ‘Don’t Come Around’, ‘I’ll Be Over Soon’ e ‘Dirty Girl’ è illuminante: Crosby, Stills, Nash & Young di ‘Almost Cut My Hair’, il rock saltellante e sbilenco del miglior Neal Young, unito all’irruenza dei Creedence Clearwater Revival, questi gli ingredienti della ricetta di Marc Ford, che quando rallenta il ritmo ed il volume dimostra di conoscere davvero molto bene anche i Little Feat di Lowell George.

In ‘1000 Ways’ lo spettro di Eric Clapton di ‘Strange Brew’ e ‘Politician’ s’ impossessa delle dita del chitarrista così come nella lunga e sofferta cover di ‘The Same Thing’ di Willie Dixon registrata dal vivo nello studio come si faceva un tempo per restituire tutto il calore e la “tightnes” della band.

Marc Ford ha fatto un disco pericoloso, tanto coinvolgente quanto ricco di effetti collaterali non sempre facili da prevedere e da sopportare. A voi la scelta di prendervi il rischio di un assaggio “sonoro”.

Jacopo Meille