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Otis Spann - The Complete Blue Horizon Sessions
(Blue Horizon/Sony BMG - 2006 - UK)

There is little doubt that Otis Spann was the Chicago leading post-war blues pianist. Most known for tickling ivories in Muddy Waters’ band, Spann was a great musician in his own right and only his untimely death in 1970, when he was just 40, brought to a stop a brilliant solo career. Yet, his myth and genius come up intact from these Blue Horizon sessions. A must.

Questa serie “The Complete Blue Horizon Sessions” comprende alcuni dei gioielli del British Blues della seconda metà degl’anni sessanta. La rimasterizzazione garantisce una miglior resa sonora senza alterare più di tanto i contenuti, che sono, almeno in questo doppio CD dedicato a Otis Spann, di assoluto valore. I 28 pezzi – molte le versioni alternative a quelle infine pubblicate - qui presenti fanno riferimento a due dischi “storici”: “Blues Jam at Chess” e “Biggest Thing Since Colossus”, con l’aggiunta di qualche singolo. Il primo era l’esordio di alcuni britannici talentuosi, i Fleetwood Mac, a Chicago con Spann, Willie Dixon, Walter “Shakey” Horton, S.P. Leary ed altri Bluesmen di alto livello. Il secondo è forse una dell’opere migliori di un artista – Otis Spann – scomparso troppo presto, il cui pianismo rimane ineguagliato. Tutta roba comunque straordinariamente difficile da trovare oggigiorno e, se reperita, talmente costosa da scoraggiare anche portafogli ben forniti. La grandezza di Spann era fatta d’elementi che solo altri stratosferici Bluesmen hanno posseduto: una grande voce, un timing bestiale piano-canto, un fraseggio economico in cui ogni nota sembra avere vita propria. “Bloody Murder”, “Someday Soon Baby” – in 4 versioni! - e “My Love Depends on You”, basterebbero – come suol dirsi – a giustificare il prezzo del biglietto. Lo stato di grazia di Spann illumina anche Peter Green e Danny Kirwan, già bravi per conto proprio, e il risultato é un Chicago Blues di eccellente fattura nel quale S.P. Leary dà i tempi e i volumi con saggezza non inferiore alla perizia tecnica. Le false partenze poi danno quell’impressione d’immediatezza da jam in studio, un fringe benefit che s’è perso nel tempo. Se Kirwan – il quale dovrà dimostrare in seguito di poter rimpiazzare Green - s’illustra nelle due versioni di “Temperature is rising” e di “I need some air”, mentre Green – il più grande chitarrista del British Blues – suona da par suo in “Someday Soon Baby” e nelle due “No more doggin’”. Un ringraziamento a Mike Vernon per aver fatto uscire questo materiale che farà la gioia dei molti estimatori di Spann e del British Blues.

Luca Lupoli

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