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Trilok Gurtu Arkè String Quartet - Arkeology
(Promomusic/Egea)

Rock becomes a possible common musical background between European and oriental music.

Un quartetto d’archi e una base ritmica orientale, legata alla tradizione indiana possono convivere? E se ci riescono, la loro unione può dar origine a musica nuova? ‘Arkeology’, il nuovo disco del percussionista indiano Trilok Gurtu insieme all’Arkè String Quartet non dà un risposta alle nostre domande, ma ha il coraggio di mettersi in prima linea, di mostrare cosa 5 musicisti proveniente da esperienze e culture musicali possano fare insieme.

Quello che colpisce subito è che non c’è una supremazia tra un linguaggio musicale e l’altro, ma anzi, c’è un’empatia insperata che dà forza alle canzoni: ‘Balahto’ è un pezzo rock che piacerà agli amanti dei Kansas e di certo rock progressivo amante dei tempi dispari senza perdere di vista la melodia, mentre per contro ‘Nanda (To My Mother)’ ha un impianto più melodico eppur sempre legato al linguaggio rock che in questo disco diventa la base comune su cui inserire elementi provenienti da tradizioni musicali diverse come nel caso di ‘Dea’ in cui è evidente l’influenza della melodia cinese e del nord dell’ India.

Questo disco prova in modo evidente ed ineluttabile che il rock non solo sia divenuto un genere ed un linguaggio musicale universalmente riconosciuto, ma che se è che si è spogliato della sua vena più trasgressiva ed irriverente, esso sta raggiungendo la piena maturità aprendosi a nuovi possibili percorsi musicali. Il rock non è morto, solo diventato grande, contravvenendo ad una delle sue prime regole: morire prima di diventare vecchio. C’era da aspettarselo però perché fin dall’inizio ha dimostrato di avere una “pellaccia”.

Jacopo Meille

Track list

Balahto
Nanda (To My Mother)
Kermansah
Dea
Fes
Taranta Suite
Yoragathupaga
Folded Hands
Skopje
Sveva

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