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NORTH MISSISSIPPI ALL STAR - 51 Phantom


Con un nome che assomiglia più a quello di una squadra di basket che a un gruppo musicale i North Mississippi All stars sono uno strano caso tutto da raccontare, prima che il clamore li metti in orbita per sempre, e questo, credeteci, non accadrà fra molto!
Sono un gruppo composto da due giovani fratelli, cognome Dickinson, figli di uno dei più conosciuti uomini di musica (buona) d’America, tal Jim che dalla sua città natale, Memphis, mosse i primi passi nei tardi cinquanta confrontandosi con molte realtà in divenire e occupando ruoli i più disparati: manager dei primi Byrds, A&R per case discografiche, scouter per agenzie, aiutante di campo per i Rolling Stones, produttore, non ultimo, artista lui stesso. Dickinson, personaggio chiaro per capire il rythm & blues di Memphis, una città con problemi di integrazione meno manifesti che altrove, è stato per anni un vero mover, uno di quelli che mette insieme persone, idee, proposte. Tutto merito di una personale visione che lo ha sempre caratterizzato come personaggio assolutamente unico non etichettabile.
Con un padre del genere i due ragazzi non potevano venire su poi troppo male, sarebbe stata una disgazia a quel punto… Luther e Cody infatti hanno assorbito il tutto e sputato fuori, in soli 3 anni, quello che hanno appreso. Rispettivamente chitarrista,il primo, e batterista, l’altro, i ragazzotti, cresciuti a sana dieta di rural blues, hanno infilato nel loro sandwich artistico tutte le sollecitazioni conosciute nella loro (breve, sono appena ventenni) vita.
Quello che è venuto fuori è Nort Mississippi All Stars: un panino saporito e caldo, da azzannare voracemente adesso, prima che si raffreddi: una musica basata molto sul free flowing, sull’interplay, sulla intuizione, decisamente affidata alle chitarre, con rimandi per niente celati ai grandi eroi di una volta (i nomi di Hendrix ma, in questo secondo album sopratutto anche di Duane Allman) tornano veloci in mente.
L’intenzione e la tendenza del gruppo è quella di suonare una musica roots, delle radici, con influenze bianche (i cori, gli arpeggi, l’ispirazione mantrica di certe gighe appalacchiane) mischiate alla negritudine che si incontra ovunque lungo il fiume Mississiippi e che loro sin dal primo album hanno saputo fare loro.
Musica che non poteva provenire da altri posti e luoghi e che in questo “51 Phantom” prende piede con meno affanno che ne precedente album. I brani si distendono lunghi e immaginifici e si lascia che il groove cresca e con esso la musica lieviti. E quando i tre( il terzo è il bassista di colore Chris Chew) innescano la marcia giusta l’album decolla sotto l’occhio attento di babbo Big Jim che si limita, da bravo produttore di una volta, a cercare la miglior performance senza interferire oltre.
In “51 Phantom” si risente chiaramente di quel flusso di idee che appartiene al nuovo circuito di jam band che da alcuni anni, grazie al successo di Dave Matthews Band e Blues Traveler, ha preso piede in America e che ha per massimo punt di riferimento i Grateful Dead del compianto Jerry Garcia.
Rispetto a tanti loro coetanei North Mississippi All Stars ha in più la coscienza dello swamp della Louisiana, una forma mentale musicale, immaginate un lubrificante per la benzina della vostra auto, insomma .
In “Freedom Highway”ad esempio,(incredibile!solo tre minuti e diciassette secondi, merito di adeguati tagli del babbo producer) i tre ragazzi riassumono in musica e in una sola canzone quello che le parole si affannano a spiegare e lo fanno con grande naturalezza e nel resto dell’album poche volte si perdono.
L’America di oggi sta chiaramente cercando in gruppi giovani e nuovi come North Mississippi All Stars nuova linfa. È un processo che ci rimanda dagli Strokes di New York City ai Whites Stripes di Detroit ai Moldy Peaches ai Clean ai losangelini Beachwood Sparks. La ricerca è continua e costante da parte di un pubblico e di una critica che tiene il rock & roll nel palmo della propria mano, come fiore all’occhiello. E quando la musica si allontana troppo da certi lidi, la commercialità prevale, l’immagine camuffa i prodotti ecco gli “stabilizzatori” entrare in azione. È un lungo flusso che scollina altrove, nel cinema dei fratelli Coen ad esempio (non poteva uscire in un momento più azzeccato il bel “Fratello dove sei”?), nel patriottismo di un american sound ad opera di vere american bands.
Con North Mississippi All Stars siamo insomma davanti a un buon caso di contaminazione rock, blues, country, gospel e roots music generale, in altre parole quello stile che i programmatori radiofonici chiamano”Americana” e a un disco riuscito, ben congegnato che non annoia-il problema delle jam band nell’ascoltarle è il perdersi lo enviroment della performance e non tutte sono gli Allaman Brothers Band!- e che rimanda altrove. Un disco convincente insomma per una band così giovane già personale e dotata di una precisa cifra stilistica che potrà solo difenderli dalle sollecitazioni del music business.

Ernesto De Pascale

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