.
Eric Bibb – Painting Signs
Ruf Records, 2001



Al grande pubblico, di certo non composto da appassionati di roots americane, il nome di Eric Bibb suonerà poco familiare. Siamo forse in presenza di un esordiente? Assolutamente no, dato che Eric ha alle spalle una gavetta che ha già fruttato cinque album. E, tanto per intenderci, pare che da ragazzo abbia avuto la possibilità – grazie alle conoscenze del padre Leon Bibb, anche lui musicista – di frequentare leggende come Bob Dylan e Pete Seeger. Oggi Eric ha compiuto da poco cinquant’anni, anche se guardandone le foto il pensiero corre subito ad un patto con il diavolo, tanto li porta bene.
“Painting Signs” è comunque il titolo del suo sesto album, probabilmente il lavoro più maturo, il più vicino ad una sintesi stilistica personale, a qualcosa che faccia parlare solo di Eric Bibb senza passare attraverso ingombranti paragoni. Non è facile scrivere ed interpretare un disco del genere nel coacervo multiculturale che è questo 2001, si rischia di risultare datati, ma Bibb, grazie anche ad una voce strepitosa, riesce nella non semplice impresa di aggiungere qualcosa in più alla gloriosa tradizione del folk americano, qualcosa che valga la pensa di essere scoperto.
Il suo talento emerge con forza in momenti come “Five Miles Above” e “Hope in a Hopeless World”, ballad sentite, ricche di feeling ma senza eccessi di magniloquenza. Altre mani avrebbero potuto rendere il tutto ridondante.
Ma ascoltate anche “Delia’s Gone” – traditional noto per la sublime interpretazione di Johnny Cash (inclusa nel magnifico “American Recordings”, ovviamente consigliato) – che grazie alla sua voce assume qui una nuova sfaccettatura soul, l’iniziale “Kokomo”, forse il momento più bluesy dell’intera raccolta, e le venature gospel di “Got to Do It Better”: testimoniamo l’arrivo di un artista ormai completamente padrone dei propri mezzi espressivi.
Dicevamo degli appassionati di roots, di quel suono sia nero che bianco, inconfondibilmente americano, che mischia blues, spiritual, folk e soul. Per loro – e per noi – Eric Bibb ha confezionato uno dei sacrosanti album dell’anno. Adesso il sogno sarebbe di vederlo dal vivo, magari in un fumoso club di Memphis…

Bernardo Cioci


Tracklist
Kokomo
Delia’s Gone
Hope in a Hopeless World
I Heard The Angels Singin’
Five Miles Above
Angel
Got to Do Better
Walkin’ Home
Paintin’ Signs
To Know You
Honest I Do
The Light Was Worth the Candle
Don’t Ever Let Nobody Drag Your Spirit Down

tutte le recensioni

.
.

eXTReMe Tracker