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BILL LASWELL - Carlos Santana Divine light

Rimissare, smontare, ricostruire, decostruire. Questo è il lavoro di Bill Laswell; bassista, imprenditore indipendente e creatore della etichetta Axiom, Laswell è l’uomo giusto alla Legacy, la sezione della etichetta Sony dedicata alle ristampe. Lì infatti, grazie a lui, invece di ristampare i dischi di una volta si rimissa, si ricostruisce, si smonta e si rimonta la macchina del suono in questione rendendola moderna, attuale, contemporanea, a volte lontana dall’idea dell’artista in questione. Così accadde in “panthalassa” un disco dove Bill rivoltò la musica elettrica del decennio 1970 di Miles Davis al punto da renderla irriconoscibile e così accadde anche per la musica di Marley, per il folk celtico e altre follie che convivono nella mente lucida del 44enne bassista newyorchese.
Con Carlos Santana Bill Laswell è stato in fin dei conti più indulgente: ha ripescato due album che il grande successo di “Supernatural” aveva cancellato, “Love, devotion & surrender” con John Mc Laughlin alla chitarra e Larry Young all’organo del 1973 più buona parte della Mahavisnu orchestra e “Illuminations”dell’anno dopo, con Alice Coltrane al piano e alle orchestrazioni, più la Santana band di allora, e li ha riproposti con un suono cristallino e una profondità che campionatori e devices all’epoca non potevano offrire perché non presenti sul mercato.
Santana non poteva avere trattamento migliore con questa ristampa su cd che accomuna i dischi con il titolo “Divine light”: all’epoca il nostro si era un po’ fumato il cervello ( letteralmente) con santoni post indigestione da droghe e cercava di fare il mistico su consiglio di Mc Laughlin, dopo anni di abusi. I due dischi, di per se belli e ricchi di pathos, non ressero però alla sovraesposizione del nostro che dal disco d’esordio a Woodstock in poi attraverso “Abraxas”, “Third” e “Caravanserai”aveva dato veramente molto compreso un “live” con Buddy Miles e un bellissimo triplo dal vivo in Giappone , “Lotus”, ancora oggi da ascoltare a occhi chiusi, quest’ultimo che testimoniava un lungo anno di tournee mondiali ( venne anche in Italia riuscendo a suonare dal vivo dopo un abortito tentativo nel 1970!).
“Love, devotion & surrander” e “Illuminations” dovevano essere dei diversivi ma a causa di altra sovraesposizione – gli album “ Welcome “ e “Borboletta” – diventarono solo degli acchiappa fantasmi per i più incalliti seguaci di Carlos, il modestissimo e affezionatissimo Vostro in primis…
Laswell, il quale doveva fare parte della stessa categoria di fans in qualche lontano liceo di New York, si doveva essere segnato i nomi dei due dischi su una scatola di cerini in tempi non sospetti perché pare aver colpito nel segno senza fare falsi tentativi!: non solo perché ha permesso a Carlos di raccogliere un altro risultato lusinghiero che – a parere del recensore- è superiore alla prima stesura ( Santana ha culo, si sa. è uno di quelli al posto giusto al momento giusto ma la religione, credetemi, non c’entra…) ma anche perché gli interventi di Laswell sono in questo caso calibrati e parchi, a differenza, soprattutto del lavoro svolto su Davis. Certo, in questo ricostruire è chiaro che Carlos abbia messo qualche suo fido col fiato sul collo di Laswell ( il fratello Jorge) ma questo è stato solo un bene non permettendo a Bill di allargarsi troppo in follie sonore eccessive.
L’album “Divine Light” con i suoi due dischi è quindi come la riscoperta dei bronzi di Riace: sono due dischi in perfetto stato di conservazione !. Ed è un piacere ascoltare in “Illuminations” il drive torrenziale della batteria di Jack De Johnette e del basso di Dave Holland. Nell’altro album invece piace riascoltare Santana duettare con Mc Laughlin mentre la batteria di Billy Cobham che lancia l’organo di uno dei più grandi e sconosciuti talenti di quello strumento, l’immenso Larry Young, un musicista dalla storia oscura e mai raccontata .Se non bastasse,in “Love , devotion & Suerrender” ci pensano anche Jan Hammer alle tastiere e Armando Peraza alle congas a fare il resto in questa fantastica fusione della Santana band con la Mahavishnu orchestra del chitarrista inglese.
Insomma, se vi piacciono le manipolazioni moderne perché volete essere al passo coi tempi ma se vi piace anche la grande musica suonata, musica che vada in alto, come si diceva una volta, e se volete, un po’ di bella musica di una volta nel cd della vostra macchina di nascosto ai vostri figli che ascoltano invece “supernatural”, non certo un album per palati fini!, allora “Divine Light “ fa al caso vostro. Bypassati i problemi spiritualistici di allora dei protagonisti resta solo della grande musica, lavorata con cura ed amore, molto amore e questo è il maggior complimento che si può fare a Laswell, che dimostra essere un vero ed esperto manipolatore di capacità molto superiori a quelle di tanti sbandierati disc jockey dell’ultim’ora.

Ernesto De Pascale

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