.


Teatro del sale, IV settimana di cantautori 1-5 novembre 2005

Anche quest’anno è tornato al Teatro del Sale di Firenze quello che ormai si configura sempre di più come un imperdibile appuntamento annuale, ovvero la settimana di cantautorato, musica e sperimentazione organizzata da Ernesto de Pascale i primi giorni di novembre presso il caratteristico teatro fiorentino.

1 novembre: Lorenzo Riccardi. Debutto fiorentino per il cantautore giunto al secondo album e “figlio spirituale” della grande fucina d’eventi che fu lo spazio Musica di Pavia, sotto la paterna e materna guida di Bruno e Daniela Morani.
Riccardi, artista vero, bravo, ma spigoloso, eccelle nelle visioni suggestive, meno nei brani abrasivi in un cui un linguaggio di strada – non sempre utile alla finalità della canzone – abbassa il suo tono poetico. Non più un ragazzino Lorenzo riccardi sa cosa vuol dire e sa come dirlo, l’esordio fiorentino in un luogo molto raccolto e accogliente pare averlo disorientato sulle prime battute, ma si riprende durante i 50 minuti di concerto e Riccardi non si dimenti di Per Paolo Pisolini nel 30esimo anniversario della scomparsa con “A Pa’” di Francesco de Gregori. Brava Betti Verri alla seconda voce, una interprete sincera

Il 2 novembre è stata invece la volta di una poliedrica serata con più formazioni sul palco. Per primo ha calcato la scena il cantautore fiorentino Massimiliano Larocca, fresco della pubblicazione del suo buon album “Il ritorno delle passioni” (Bandone music) . Voce calda e profonda, Massimiliano si è accompagnato sul palco solo con la sua chitarra, movendosi attraverso composizioni che ruotano nello stile del cantautorato più classico, rivolgendo anche un omaggio a Pier Paolo Pasolini di cui ha messo in musica il testo di “Il Nini Muart”, tratto da “La meglio gioventù”.


Dopo il bel set di Larocca è stata la volta dei Lightshine, che dopo la loro reunion all’inizio del 2005, si sono esibiti per la prima volta con un set interamente costituito da nuove composizioni originali. Anche dal punto di vista strumentale la band ha dimostrato di ampliare il proprio percorso di ricerca, inserendo nuovi strumenti tra cui la pedal steel guitar e confermandosi su una linea di grande crescita. Come in una revue, dopo due brani dei Lightshine è salito sul palco
Luciano Ceri, cantautore e frequentatore del Folk Studio di Roma fin dagli anni Settanta e oggi curatore del suo prezioso archivio , sfoderando un meraviglioso set di sue composizioni. Poi di nuovo sul palco i Lightshine e poi Ilario Bisagni, vincitore del premio Ciampi 2005. Con il suo cantautorato dolce e intenso, di ispirazione classica e dylaniana, Ilario ha eseguito alcuni dei brani che gli hanno valso - davvero meritatamente, si pensa ascoltandolo – l’assegnazione dell’importante riconoscimento, tra cui l’ottima “Giacinta”. Caratteristica della serata è stato l’incontro e l’interplay fra tutti musicisti coinvolti, che si sono vicendevolmente ospitati nei vari set passando da una formazione all’altra e sposando in pieno la filosofia di condivisione e sperimentazione propria sia della più genuina scuola cantautorale italiana, di cui Ceri e la sua esperienza con il Folk Studio riflettono in pieno l’esempio, sia del Teatro del Sale. Gran finale tutti insieme sul palco per una versione di “The Times They are a Changing” di Dylan.


Il 3 novembre la musica ha lasciato per un attimo le orme del cantautorato, ma senza allontanarsi neanche di un passo da una delle caratteristiche fondamentali di questo genere musicale, ovvero la capacità di essere autori. E colui che ha calcato il palco del Teatro del Sale in questa occasione è uno dei grandi autori, e poeti, del nostro tempo: Roberto “Freak” Antoni. Con lui la bravissima pianista di musica classica Alessandra Mostacci , per presentare dal vivo un progetto coraggioso e divertente dal titolo “IroniKontemporaneo” (recensione e intervista su Il Popolo del Blues Aprile 2005 e Maggio 2005). I testi di Freak, inventore del cosiddetto rock demenziale e storico musicista degli Skiantos con cui prosegue ancora oggi l’attività a gonfie vele (recente la pubblicazione del fortissimo album “Sogno Improbabile”, Capitol/Emi, recensione su Il Popolo del Blues settembre 2005) , sono accompagnati questa volta non dall’immancabile rock ma da veri e propri brani di musica classica contemporanea. Maestria quindi nelle poesie e nella recitazione di Freak ma anche nell’esecuzione musicale di Alessandra Mostacci, ben lontana dal fare solo un semplice accompagnamento. Molto divertente l’esibizione di Freak al “violino impreparato”, di cui è presente anche una traccia video sul cd. Solo qualche lezione per lui prima di imbracciare questo strumento ma sufficienti per suonare la cosa giusta al momento giusto, e con un risultato imperdibile. Durante la serata i due artisti hanno presentato anche il libro di Roberto “Freak” Antoni “Non c’è gusto in Italia ad essere dementi” ( Pendragon, 2005) , tra sketches , simpatia, poesia dadaista ( da pagina 47 a pagina 51 del libro troverete le istruzioni per diventare tutti poeti. Il pubblico del Teatro del Sale ci è riuscito!), e citazioni dal volume. Il tutto condito da una buona risposta del pubblico che ha reso la serata ulteriormente divertente.


La sera del 4 novembre al Teatro del Sale lo straordinario debutto fiorentino di un interessantissimo giovane cantautore romano, Marco Fabi. Marco ha presentato in anteprima assoluta in città il suo album di debutto “La scelta” (Edel, 2005. Recensione su Il Popolo del Blues Novembre 2005) . Se dall’ascolto dell’album si trae l’impressione che Marco Fabi sia un cantautore di talento anche se a volte troppo legato ad atmosfere pop, dal vivo Marco doppia - se non tripla - se stesso, lasciando il pubblico sbalordito per la sua bravura. Carismatico sul palco, determinato, espressivo e accompagnato da una ottima band acustica di polistrumentisti (Andrea Di Cesare a violino, pianoforte, chitarra, cori e Mia Julia a pianoforte, voce, percussioni), Fabi davvero convince. I brani arrangiati in versione acustica (con arrangiamenti per niente casuali) ne traggono beneficio, valorizzando anche le sue capacità di autore. (www.marcofabi.com)

Per concludere la rassegna, sabato 5 novembre, un altro cantautore italiano, questa volta di estrazione più rock, ha presentato il suo album. Si tratta di Fabrizio Coppola e del suo “Una vita nuova” (Novunque/ Self, recensione su Il Popolo del Blues Novembre 2005). Questa volta a calcare il palco è stata una band elettrica con basso, batteria, chitarra acustica e tastiere. Un concerto avvincente e carico di energia per presentare un album in cui Fabrizio dimostra di aver fatto passi avanti come autore e di essere su un percorso di crescita, nonché di aver saputo sintetizzare in chiave italiana gli stilemi del rock internazionale. La band lo segue con convinzione ed il pubblico lascia il teatro entusiasta. (www.fabrizio-coppola.net)

Il teatro del Sale si conferma come luogo ideale per questo genere di showacase e il pubblico attento dimostra che l’abitudine a un consumo adulto ed “alto”della buona musica produce frutti sempre più appetitosi.


Giulia Nuti e Michele Manzotti

tutte le recensioni

Home - Il Popolo del Blues

NEWSLETTER

.
.
eXTReMe Tracker