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Sei una perfetta caricatura di te stesso

Bret Easton Ellis - Lunar Park

Einaudi, 2005
www.randomhouse.com
www.einaudi.it



Lo scrittore e i suoi doppi. Potrebbe apparire facile a mente fredda distinguere la vita di uno scrittore dalla vita dei suoi personaggi di finzione. Ma quando visitiamo il sito ufficiale di Bret Easton Ellis in occasione dell’uscita del suo quinto romanzo Lunar Park, entriamo subito in un gioco di specchi dal quale sarà difficile allontanarsi anche a lettura del libro conclusa. La homepage presenta il volto sdoppiato di Ellis con due biografie a confronto, quella del celebre scrittore americano e quella del suo personaggio omonimo. Tanto per indicare l’insidioso crinale da percorrere per oltre trecento pagine, costantemente in bilico fra tutto quanto può esistere come non esistere. Su questa stessa strada,nel libro l’autore prima avverte che “tutto è realmente accaduto, ogni parola è vera”, dopo una decina di capitoli confesserà che nel lavoro di uno scrittore “la vita diventa un vortice di menzogne”. Abbandonate ogni speranza di capire con la logica quanto narrato, voi che vi avventurate in questa storia, e piuttosto state al gioco e lasciatevi trascinare nel magma. Calate in ciò che la mente può creare per associazioni e ricordi, oppure nell’allineamento di fatti inconfutabili. Scivolate senza fiato in due realtà parallele, decidendo quale sia la più convincente. Consenzienti al gioco di specchi, i sogni si trasformano in incubi nello stesso modo in cui il distacco degli affetti diventa l’occasione per cambiamenti inaspettati e significativi. Lunar Park si apre con un excursus sull’esordio letterario di Ellis e sugli avvenimenti, artistici e esistenziali, che ne seguirono fino a Glamorama, che per otto anni ad oggi è rimasta la sua opera ultima. Il flusso dei ricordi nella ricostruzione di una carriera spesa in successi nonché in eccessi di ogni tipo (alimento primo della sua scrittura) è solo un prologo per la storia di lì a seguire, quella del suo “doppio” Bret. La biografia dello scrittore Easton Ellis sconfina e si confonde in quella di Bret. Comincia qui una vicenda popolata di ambigue presenze – fra cui Patrick Bateman di American Psycho! – e ambientata a Halloween e dintorni. Bret si aggira fra fantasmi e demoni, scontrandosi ferocemente con quanto le sue paure stanno partorendo. La figura del padre defunto ritorna incessantemente assumendo più sembianze. Il figlio undicenne Robby si sottrae ad ogni forma di relazione con Bret, finché non scompare nel nulla come molti altri ragazzini del quartiere. Sia il padre che il figlio rappresentano per il protagonista due rapporti irrisolti e conflittuali, che affiorano progressivamente dai segni inquietanti dei fantasmi e delle loro manifestazioni – giocattoli innocui che prendono vita, graffi inspiegabili durante la notte, animali dilaniati,vecchie auto di famiglia che riappaiono in misteriosi frangenti… Lunar Park è una straordinaria ghost story sull’amore e sulla sua perdita, su come sia difficile costruire dei rapporti o estremamente doloroso recuperarli in extremis. Per questo ha il grande potere di commuoverci profondamente, e al tempo stesso di trascinarci sull’ottovolante dell’inquietudine lungo gli alti e bassi del delirio tossico, delle allucinazioni, della paranoia fuorviante. Lo scenario è quello all’apparenza rassicurante del Midland: personaggi famosi che vivono in case bellissime, famiglie da rivista patinata composte da adulti tossicodipendenti e bambini che assumono psicofarmaci come caramelle.
Abbandonato il cinismo e il distacco delle opere precedenti, Easton Ellis ci offre adesso un quadro dell’upper class con tinte più drammatiche e disincantate. Al punto da farci pensare a James Ballare e a Stephen King. Il materiale contenuto in Lunar Park è magistralmente diretto dalla penna ormai matura di uno scrittore significativo, cosicché questo libro supera di varie lunghezze non solo i precedenti di Ellis ma anche altre uscite di questo periodo. Una lettura davvero impedibile adesso e per le feste imminenti. Un libro di cui senza dubbio si parlerà molto.


Elisabetta Beneforti

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