. MINA – L’allieva

MINA – L’allieva
(PDU)



La chiave di ascolto di questo disco non è il confronto con Sinatra ma le canzoni, tutte belle che di più non si può, che anche il grande Frank aveva inciso, canzoni che sono patrimonio della musica e che fanno parte della sua storia, pietre miliari del periodo nel quale il rock doveva ancora nascere.
Mina le canta con amore e sembra quasi che non voglia svelare la sua emozione nemmeno dove la melodia lo richiederebbe, tanto che fa venire un po’ di rabbia questo voler stare sottotono anche dove ci sarebbe la necessità di un po’ di grinta in più.
Il risultato è un disco intimista dove, a parte i brani accompagnati dall’orchestra di Gianni Ferrio, tutto assume la dimensione del club, con un quartetto di musicisti che sanno bene cosa stanno facendo e di che levatura dovranno essere i loro ascoltatori.
Al di là di ogni personale considerazione, questo album è una riuscita raccolta di ballads e un bell’omaggio a colui che viene ritenuto (direi a ragione) il più grande interprete di questo genere musicale.
Giova comunque ripetere che il cd dell’allieva Mina dovrebbe essere ascoltato cercando di dimenticare il maestro.
Infatti, se mettiamo sul piatto “One for my baby” di Sinatra vediamo il barman che allunga l’ultimo drink al cliente mezzo andato che si attarda a raccontargli la fine della sua storia d’amore e quasi sembra di percepire l’odore del fumo di sigaretta che aleggia nel locale. Se ascoltiamo, sempre di Sinatra, “Only the lonely”, la solitudine del protagonista ci salta addosso e diventa la nostra, vaghiamo con lui nei malinconici posti dove tutti i singles destinati a rimanere tali si ritrovano.
Questo nelle interpretazioni di Mina non succede ma possiamo comunque immedesimarci in splendide canzoni interpretate da una magnifica voce, ancora fresca e intonatissima, il tutto immerso in una atmosfera di grande partecipazione emotiva che non può lasciare indifferenti.
Ascoltiamo perciò l’allieva con tutto il rispetto dovuto, lo stesso rispetto che lei ha avuto per il grande Frank evitando di imitarlo: la tigre ha ancora le unghie affilate e rimane uno dei punti più alti di riferimento nel nostro panorama musicale.
Grazie quindi a Mina per l’atto di coraggio e di amore nell’aver inciso questo album, lontano dalle logiche commerciali ma vicinissimo alla musica.

Rinaldo Prandoni

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