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Deep Purple – Live in Varese
12 novembre 2007



Eccoli arrivare puntuali alle 21.00, accompagnati da un trionfale boato del pubblico con l’inarrestabile Ian Paice che brucia il tempo scaldando il rullante della batteria, poi la grancassa seguìto subito dopo dal resto della band. In un susseguirsi di grida di gioia fa l’ingresso trionfante la storica band inglese sulle scene dal lontano 1967/1968. Sono passati quarant’anni da allora ma il gruppo è tuttora in piena forma. Ben cinquemila persone (4.850 i biglietti staccati e nella maggior parte venduti in prevendita) al Palawhirlpool di Masnago (Varese) hanno assistito al concerto dei loro beniamini. Il leader e cantante solista della band Ian Gillan è apparso tonico più che mai anche se in certi momenti non ha gli acuti di un tempo. Si parte in pompa magna con Pictures of home (tratta da Machine Head del 1972) dove è già in grande evidenza il chitarrista americano Steve Morse (nei Deep Purple dal 1994 e in precedenza leader dei Dixie Dregs, band di southern -rock il cosiddetto rock-sudista nel lontano 1977). Assoli da capogiro e hard-rock di spessore per una carrellata di grandi classici riproposti spesso in chiave inedita. Varese è in delirio per una magica notte rock accompagnati dalla voce di un pimpante Ian Gillan alle voce, il bassista Roger Glover (nei Deep Purple dal 1969), il batterista Ian Paice (tutti e tre ritenuti membri originali fin dalle primissime formazioni della band) completati da uno stellare Don Airey (entrato nei Deep Purple nel 2002) che si destreggia in maniera sublime all’organo hammond B3 con tanto di leslie e tastiere varie tanto da non far assolutamente rimpiangere Jon Lord ed infine il chitarrista americano Steve Morse (vive in Florida). Il quintetto ha spiccato in volo dopo soltanto pochi brani in una sequenza (vedere Set list per tutti i dettagli) da far accapponare la pelle: Things i never said, Into the fire, Strange kind of woman, Fireball, Lazy (con uno splendido assolo di organo Hammond di Don Airey), Space truckin’, Highway star e sul finale Smoke on the water (contiene probabilmente il riff di chitarra più celebre nella storia del rock!), Speed king (da Deep Purple in rock del 1970), Hush e Black night. In Perfect strangers Ian Gillan (canta per tutto il concerto a piedi nudi!) si esibisce in un balletto stile gypsy per poi passare indolore alla stupenda Space truckin’.
I brani del periodo più recente e del loro album Rapture of the Deep invece a essere sinceri non convincono e sicuramente non sono all’altezza dei loro classici. Altro piccolo neo, l’acustica che in questo Palazzetto varesino non è certamente delle migliori ma tutto ciò tuttavia non ha compromesso un concerto davvero esaltante. Per la cronaca in apertura di serata e per circa 30 minuti si sono esibiti The Styles, un promettente trio tutto italiano, di Erba (vicino a Como), da molti indicati come qualcosa di più di una promessa con il loro potente heavy-rock. Ian Gillan (la sua voce è ancora pimpante anche se non raggiunge le vette degli anni ’70) e soci hanno esaltato e fatto cantare tre generazioni diverse : tra il pubblico infatti c’erano i giovanissimi, i fan più accaniti accorsi fin dalle prime ore del pomeriggio da tutta Italia e naturalmente anche coloro che hanno vissuto l’hard-rock e la musica dei Deep Purple da oltre 40 anni. Nota assai lieta infatti vedere al Pala Whirlpool padri e figli insieme ad un concerto. Mantova, Pordenone e Varese le tappe di questo mini tour italiano ben organizzato dalla Barley Arts di Claudio Trotta a ricordare una band fondamentale nella nascita del rock e dell’hard-rock inglese. Una formazione che agli inizi degli anni ’70 e forse per primi (ricordiamoci però anche i Procol Harum) seppe meravigliosamente coniugare un originalissimo ibrido tra rock, hard, pop e classica.
I leggendari Deep Purple propongono una musica sempre in bilico tra classica e rock, un connubio originale e all’insegna dell’hard più genuino. Una autentica festa in musica a coronare il sogno di tanti fan. Bandane, giubbotti neri ma anche tante magliette colorate dei Deep Purple per un pubblico attento ed incontenibile soprattutto durante l’esecuzione di autentici hits e cavalli di battaglia come Lazy, Space truckin’, Highway star, Smoke on the water, Hush e Speed King. L’americano Steve Morse alla chitarra solista e Don Airey alle tastiere chiamati a sostituire rispettivamente autentici mostri sacri come Ritchie Blackmore e Jon Lord non hanno certamente sfigurato nel confronto e sono riusciti a convincere pienamente anche i fan della prima ora. Ian Gillan ancora una volta ha dimostrato tutto il suo carisma, Roger Glover (ora vive nel Connecticut negli Stati Uniti!) insieme a Ian Paice alla batteria (bravura, simpatia, potenza e fantasia non gli mancano) sono una autentica forza della natura e si confermano una sezione ritmica coi fiocchi, assai rodata e di grande esperienza. Il gruppo ha salutato il pubblico alla fine del concerto dopo due ore (dalle 21.00 alle 23.00 precise) di autentica musica con il rituale del lancio di plettri ed asciugamani. Se nel 1974 i Deep Purple entrarono nel Guinness dei Primati e furono eletti come la band più rumorosa del mondo, oggi più di trent’anni dopo fanno ancora sensazione!
Serata memorabile!

Aldo Pedron


LUNEDI’ - 12 NOVEMBRE 2007
DEEP PURPLE
PALA WHIRLPOOL – (Masnago –Varese)

SET LIST

Pictures of home (dall’album Machine Head del 1972 )
Things i never said
Into the fire (da Made in Japan del 1972)
Strange kind of woman
Rapture of the deep
Fireball
Contact lost (Steve Morse guitar solo – con un accenno a Sweet home Alabama dei Lynyrd Skynyrd)
A well dressed guitar (Steve Morse guitar solo)
When a blind man cries
Lazy (da Machine Head del 1972)
Knockin’ at your back door (dall’album Perfect strangers del 1984)
Don Airey assolo all’organo Hammond B 3 & keyboards con un omaggio a Luciano Pavarotti con l’aria di Vincerò)
Perfect strangers
Space truckin’
Highway star (presente dal vivo anche in Made in Japan del 1972)
Smoke on the water (dall’album Machine Head del 1972)
Speed king (contiene un rock and roll medley con I got a woman di Ray Charles Rave on di Buddy Holly (del Maggio 1958), Sweet dreams di Roy Orbison rock and roll di Jerry Lee Lewis, It’s now or never di Elvis Presley)

BIS/ENCORE
Hush (con assolo di batteria di Ian Paice)
Black night (con assolo di basso di Roger Glover - versione simile alla storica performance registrata al Budokan di Tokyo nell’Agosto 1972)


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