.

LIVE

Amiri Baraka e Dinamitri Jazz Folklore
Sala Vanni, Firenze, 28 ottobre 2008


“Why don’t you fight?” Perchè non combatti? Perchè non combattete? La domanda la pone Amiri Baraka dal palco della sala Vanni, rivolgendola all’Africa, al mondo, forse anche a sé stesso. Assieme a lui sul palco c’è il Dinamitri Jazz Folklore, dinamico ensemble italiano composto da ottoni, violino, organo, chitarra e percussioni. Tante percussioni, che rappresentano il vero suono dell’Africa, il beat, il battito del cuore, la pulsazione primordiale che ha dato origine a qualsiasi tipo di odierna musica da ballo, dai ritmi fumosi e rallentati della dubstep fino alle esasperazioni a 180 bpm (battiti per minuto,appunto) della drum’n’bass. Sulle animate trame sonore del Dinamitri, Amiri Baraka recita stralci di poesia tratte dal suo libro “Wise why’s” (saggi perché) utilizzando la sua voce come un ulteriore strumento tramite onomatopeismi, dilatazione delle lettere, improvvisi cambi di accento. “La musica – annuncia Baraka – è la sola anima che Dio possa avere”. Il concerto del Dinamitri, quasi un’ora e mezzo, si è concluso con due omaggi a figure storiche della musica nera: uno per Duke Ellington ed uno (Colonial Mentality) a Fela Kuti, un selvaggio afro-beat che ha conquistato tutto il pubblico della gremitissima sala Vanni. Uno show che ha proposto quindi, oltre al virtuosismo degli interpreti, un solido messaggio sociale, un canto degli schiavi che si alza dai campi di cotone per rimbombare forte nelle orecchie di chi non vuol sentire. Un canto multiforme che attraversa tutte le fasi della musica nera, dall’holler allo spiritual, dal blues al jazz per portare fuori dal continente africano un messaggio di pace e solidarietà. Da ricordare infine come una parte del ricavato sia stato destinato ad un progetto per la scolarizzazione nel Senegal grazie all’associazione Manico ed al Cospe. Free jazz quindi? No. Jazz di liberazione.

Davide Agazzi

tutte le recensioni

Home - Il Popolo del Blues

NEWSLETTER

.
.
eXTReMe Tracker