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Luciano Federighi - On the street of Lonelyville
(Push in records PH 1007.2)

I lavori discografici di Luciano Federighi sono perle rare e come tali si fanno attendere con impazienza. Ecco quindi arrivare nel lettore il nuovo “On the street of Loneyville”, comprendente 14 tracce tutte a firma originale. Le fatiche chiamano a raccolta un manipolo di musicisti dove spicca la maestria dell’organo hammond di Alberto Marsico. Sei e quattro corde sono appannaggio di Tiziano Montaresi supportato al dobro da Fabio Ragghianti. L’armonica usata con parsimonia è alle dipendenze di Henry Schiowitz, collaboratore di lunga data, che divide le colorazioni con il sax soffiato da Diego Borotti. Giovani, ma perfettamente a loro agio con le dodici battute il piano di Andrea Garibaldi e le bacchette di Thomas Berti. Formazione idonea a sostenere gli umori e le particolarità vocali di Luciano Federighi. Critico di fama internazionale, a sua firma una serie di testi
fondamentali sull’evoluzione della vocalità afroamericana, la sua attività in musica fa riferimento a temi e riproposizioni mai scontate. L’apertura è affidata al marcato “Too much a good thing” che apre ai richiami elettroacustici presenti in “From 12:30 to forever” dove arriva in aiuto la penna dell’amico Schiowitz. Ma gli sforzi compositivi di questo moderno racounter dai saperi antichi, si arricchiscono nei temi cari alla ballata americana. La voce calda e pastosa dipana in seguenza i bozzetti “By the banks of the beautiful white river”, “Southern to the bone”, “She feeds me breakfast” e “There are nights”. Poi quando l’inchiostro scorre via veloce, sapidi accenti jazzy rivelano – “Sometimes” e “There are nights”.
“There goes another beer” si ascrive ai ritmi shuffle con dobro ed armonica in bella evidenza. Chiusura affidata alla cupa “When shadows sing the blues” per sola voce e piano. Veste grafica accattivante, con presenza dei testi impressi su sfondi colorati di classiche cartoline americane anni cinquanta dove, fanno bella mostra disegni raffiguranti ponti, alberghi e stazioni greyhound.
Impegnatevi a cercarlo, ne vale la pena.

Fabrizio Berti


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