. Massimo Priviero – Dolce Resistenza

Massimo Priviero – Dolce Resistenza
(MBO Music/Universal)
www.priviero.com

Massimo Priviero is one of most strong Italian rocker. After the great Testimone, released in 2003, he comes back with Dolce Resistenza, a sort of concept album based on true stories of Italian soldier and partisan during the Second World War.

“Penso che “Dolce resistenza” sia probabilmente il mio miglior album di sempre e, vi chiedo solo di non domandarmi perché, sarà forse anche il mio disco di addio”, così Massimo Priviero presenta sul suo sito il suo nuovo album, quasi a voler rimarcare il grande sforzo compositivo e concettuale che è costato questo disco. Quando nel 2003 uscì Testimone, la critica salutò questo lavoro come l’inizio di un nuovo corso artistico del rocker veneto, che aveva imboccato la via di un cantautorato rock nell’eccezione più stretta del termine come dimostravano brani come Fratellino e Nikolajevka. Proprio Nikolajevka, è il filo rosso che collega Testimone a Dolce Resistenza, la tematica della guerra sviluppata in quel brano si completa e trova esposizione molto più ampia in Dolce Resistenza. Questo disco è dunque una tappa (conclusiva?) di un percorso artistico volto sia a scrollarsi di dosso l’etichetta di epigono italiano di Bruce Springsteen, a favore di un lavoro sulla contaminazione con il folk italiano, sia soprattutto la realizzazione di un progetto che unisce il rock alla storia ripercorrendo le storie della Seconda Guerra Mondiale. Il disco, diviso quasi equamente tra ballate elettriche e brani dalle atmosfere più acustiche, si apre con la splendida rock ballad Dolce Resistenza a cui subito dopo fa seguito l’unica cover del disco, la riproposizione di di Ciao Amore Ciao, di Luigi Tenco secondo la prima versione antimilitarista, mai incisa dall’autore e recuperta nel libro di Enrico De Angelis “Luigi Tenco – Io Sono Uno”. Proprio questo brano segna il passo nel disco, suonando oggi come un grido antimilitarista, perfetto come introduzione per La strada del davai, in cui sono ospiti due Luf, ovvero il leader Dario Canossi alla voce e Lorenzo Marra alal fisarmonica. Il brano, di grande suggestione, parte in italiano, passa poi al veneto, fino al camuno cantato da Canossi, quasi a volter ricreare la varietà dei dialetti che si parlavano tra i soldati raccontati nel libro di Nuto Revelli sulla spedizione dell’Armir in Russia. Se il rock teso e urlato di Italia Libera, ci riporta all’attualità e alle mille contraddizioni che caratterizzano il nostro paese, a spezzare il ritmo ci pensa la dolce Biglietto Di Un Musicista di Strada a cui seguono Io Sono Io e Clandestina, quest’ultima dal forsennato tiro rock. Con Ragazzino, l’attenzione di Priviero, sembra spostarsi verso ciò che gli è più vicino, ovvero suo figlio al quale raccomanda di vivere fino in fondo la sua vita perché il mondo non è sporco come sembra, ma lo è molto di più. Dal testo più intimista è Vincere, mentre Tommy Eden, in debito di ispirazione da Thrasher di Neil Young, si svela in tutta la sua forza affabulativa fino alla fine. Il finale è da brividi prima con la travolgente Spari Nel Cielo e poi con la magnifica Pane, Giustizia e Libertà, dedicata a Nuto Rivelli e incisa con Marino e Sandro Severini dei Gang, che si dilunga in una verve narrativa quasi dilaniana per oltre sette minuti di grande cantautorato. Dolce Resistenza è dunque un concept denso di energia rock ma anche di magma storico, ancora oggi fumante, da riscoprire. Nessuno avrebbe potuto fare di meglio se non un rocker laureato in storia con tesi sulla Resistenza come Massimo Priviero.

Salvatore Esposito

Track list

“Dolce resistenza”
“Ciao amore ciao (li vidi tornare)”
“La strada del davai”
“Italia libera”
“Biglietto di un musicista di strada”
“Io sono io”
“Clandestina”
“Ragazzino”
“Vincere”
“Tommy Eden”
“Spari nel cielo”

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