. Willie Nile - The Arista Columbia Recordings 1980-1991

Willie Nile - The Arista Columbia Recordings 1980-1991
(Acadia/Evangeline)
www.evangeline.co.uk

Six month after his comeback album, Willie Nile released with support of Evangeline, a collection of his three album recorded between 1980 and 1991. A great opportunity for who didn’t listen ever little masterpiece like his debut album of 1980, a little masterpiece and Golden Down

Circa sei mesi fa salutammo con entusiasmo il ritorno sulle scene di Willie Nile con Steets Of New York, sull’onda del buon successo di questo disco la Evangeline ha pubblicato una raccolta su due cd dei suoi tre album incise dal 1980 al 1991, ovvero tutte le incisioni effettuate per l’Arista Columbia. Per chi non ha mai sentito parlare questo cantautore newyorkese, in breve possiamo dire che Willie Nile, è stato insieme a Elliott Murphy, Dirk Hamilton, John Prine e Steve Forbert, uno dei tantissimi Alias Bob Dylan che emersero alla fine degl’anni settanta, proprio quando il menestrello di Duluth sembrava aver imboccato il viale del tramonto convertendosi al gospel rock. A distanza di anni, è difficile davvero valutare questi artisti come i nuovi Dylan, ed in particolare Willie Nile, che se interpellato sull’agomento, vi liquiderà dicendo che lui è il nuovo Willie Nile, quasi a sottolineare il suo essere creatura a parte con un percorso musicale del tutto personale. Il newyorkese, da sempre ha fatto del suo urban rock una miscela esplosiva di Clash, Dylan e Springsteen, aggiungendovi una personale dose di poesia. Basta ascoltare quel piccolo capolavoro che è il debutto omonimo del 1980, un disco superbo inciso con l’apporto di Clay Barnes e Peter Hoffman alle chitarre, Tom Ethridge al basso e Jay Dee Daugherty alla batteria. Nile, che si destreggia alla grande tra piano e chitarre, canta di una generazione di newyorkesi sentimentali, a tratti perdenti che non perdono l’occasione per sorridere e non si arrendono di fronte alle sofferenze. In brani come l’aggressiva That’s The Reason, la sferzante It’s All Over e la triste Old Man Sleeping In The Bowery emerge il suo lato ribelle mentre nelle setimentali Vagabond Moon, Across The River e They'll Build A Statue Of You, lascia trasparire il suo spirito romantico. Assolutamente da rivalutare è Golden Down, all’epoca salutato come una sorta di copia del precedente, oggi si svela come un vero capolavoro rock, degno di stare al fianco del mitico Darkness Of The Edge Of Town di Bruce Sprinsteen. I trentacinque minuti di questo disco regalano sussulti punk, spaccati acustici, tratti rock di rara classe, il tutto condito dalle partecipazioni di dell'ex-Mc5 Fred "Sonic" Smith al basso e dalla produzione ineccepibile di Thom Panunzio e Jimmy Iovine, all’epoca al fianco di Springsteen e Patti Smith. E’ difficile non restare incantati dalla poetica di Poor Boy, o dal crescendo elettroacustico di I Like The Way o dal funk irrefrenabile della title track, o ancora dal punk sbilenco di Les Champs Elysees dove Nile parla di una sua conversazione immaginaria con Jean-Paul Sartre. Da riscoprire assolutamente è inoltre la mangnifica, Soulders, con l’organo che pennella un brano dai tratti poetici unici. Placet I Never Been, il terzo disco di Willie Nile, arrivò dopo una pausa artistica di quasi dieci anni, e ci mostra un cantautore ancora capace di ottimi brani ma alla ricerca di un sound più radiofonico che lo fece sembrare all’epoca un tentativo mal riuscito di replicare il sound degli U2. Il disco, a distanza di sedici anni, suona un po’ datato ma è difficile non lasciarsi affascinare anche dal plagio chiarissimo di Dancing In The Dark della title track. Gli altri brani (grazie alla partecipazione di Roger McGuinn e Richard Thompson), reggono al confronto con il tempo come nel caso di Don’t Die, o nella splendida Heaven Help The Lonely. Un plauso alla Evangeline per aver realizzato questa raccolta, che tuttavia non è esente da critiche, avrebbe meritato un packaging migliore con un booklet più ricco, e forse anche di una maggiore cura nella fase di remastering. Peccati veniali sono anche l’esclusione dell’Ep Hard Times In America del 1992 e delle bonus track Edge Of The Earth e It's Your Love - che impreziosivano le prime riedizioni dei dischi dell'80 e dell'81.

Salvatore Esposito

Track list

1. Vagabond Moon
2. Dear Lord
3. It's All Over
4. Across The River
5. She's So Cold
6. I'm Not Waiting
7. That's The Reason
8. They'll Build A Statue Of You
9. Old Men Sleeping In The Bowery
10. Behind The Cathedral
11. Sing Me A Song
12. Poor Boy
13. Shine Your Light
14. Grenade
15. I Can't Get You Off My Mind
16. I Like The Way
17. Golden Down
18. Hide Your Love
19. Les Champs Elysees
20. Shoulders
21. Places I Have Never Been
22. Rite Of Spring
23. Heaven Help The Lonely
24. Cafe Memphis
25. Yesterday's Dream
26. Everybody Needs A Hammer
27. Renegades
28. Don't Die
29. Breakdown
30. Children Of Paradise
31. That's Enough For Me
32. Places I Have Never Been (Reprise)

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