Buckingham is still on his personal sound quest.

Lindsey Buckingham è stato ed è tutt’ora un vero alchimista di suoni. ‘Tusk’ dei Fleetwood Mac a distanza di 27 anni è ancora un vero manifesto di cosa significhi ricerca sonora messa al servizio del pop. Buckingham è stato per certi versi il pionieri della Low Fi, anche se nel 1979, la sua continua ricerca di suoni fece così tanto gravitare il budget del disco da farlo divenire uno tra i prodotti più cari della storia del rock. ‘Under The Skin’ è il suo quarto album solista a distanza di 10 anni dall’ultimo ‘Out Of The Craddle’ e dopo la reunion con gli amici/nemici Fleetwood Mac con il bello ‘Say You Will’ del 2003.
Il disco si apre con ‘Not Too Late’, una nervosa canzone per solo chitarra acustica e voce che rimanda alla versione di ‘Big Love’ che il chitarrista cantante è solito fare dal vivo in totale solitudine. La musica di Buckingahm si regge su equilibri fragilissimi determinati dalla sua voce acuta e fine, spesso sussurrata ed il suo modo del tutto personale di suonare la chitarra che è tutt’altro che fluido e leggero. L’abilità di scrivere piccole perfette pop song viene fuori nel primo singolo ‘Show You How’ e in ‘It Was You’, che pur nel loro minimalismo, risultano così complete, forse perché hanno il pregio di contenere dentro di loro quei codici musicali tipici del rock’n’roll degli anni ’50, quello che stravolse l’America ed il resto del mondo. Non è poi un caso che nel disco trovino spazio due cover: una dei Rolling Stones, ‘I Am Waiting’ (da ‘Aftermath’) ed una di Donovan, ‘To Try For The Sun’: pur se stravolte, le due canzoni s’inseriscono perfettamente in questa processo di fusione temporale della musica che è alla base delle doti compositive di Buckingham. ‘Down On The Rodeo’, l’unico brano in cui compare una sezione ritmica vera (dei suoi compagni Mick Fleetwood e John McVie) ci ricorda chi è l’autore delle più belle canzoni dei Fleetwood Mac
La musica di Lindsey Buckingham è rassicurante come una vecchia zia eccentrica che non rinuncia ad un paio di occhiali stravangati o ad un cappotto color verde canarino.

Jacopo Meille