. The Magic Numbers - Those The Brokes

The Magic Numbers - Those The Brokes
(EMI Music)
www.themagicnumbers.net

After the great success of their self-titled debut in 2005, the Magic Numbers return with his long waited second album Those The Brokes. Recorded and produced by the band themselves, the album continue with dreamy sunshine indie-pop that graced their debut, but sometimes is very boring.

"Credo che le nuove canzoni siano più 'appuntite'. Abbiamo molta più esperienza in fase di produzione, abbiamo voluto realizzare le canzoni con il suono migliore possibile”, così Romeo Stodart, voce e chitarra dei Magic Numbers ha commentato l’uscita di Those The Brokes, il loro secondo album. La critica e il pubblico li attendeva al varco, perché la musica oggi va così, se una band sfonda al primo album e il secondo è inferiore, questi signori di buona volontà finiscono dritti dritti di filato nel calderone dei one shot. Ricordate i New Radicals di qualche anno fa? Spopolarono in radio, si gridò al miracolo e poi niente più (anche se diciamo che nel caso specifico i motivi erano altri). I Magic Numbers però hanno fatto di più si sono rinchiusi in studio e hanno inciso il materiale composto durante il tour, cercando di rendere ancora più credibile il loro appeal radiofonico, cercando affannosamente un sound meno ingenuo e più maturo. Era il mercato che gli chiedeva questo salto di qualità e loro ovviamente hanno fatto quanto era possibile fare e così eccoci di fronte ad un disco sicuramente più maturo e definito nei contorni, ma a tratti il quartetto sembra aver perso la sua genuinità e il loro grande appeal radiofonico che tanto li caratterizzava. Poco male se diversi brani funzionano alla grande come nel caso dell’iniziale This Is A Song o del singolo Take A Chance o ancora della perla Boy, incisa con gli archi diretti Robert Kirby (l’uomo che firmò gli arrangiamenti di Five Leaves Left di Nick Drake). In proporzione però questi brani non bastano a compensare il grande difetto che si cela dietro brani, volutamente troppo cantautorati come Slow Dow, Let Somebody Out e All I See, che finiscono per annoiare l’ascoltatore meno attento. Anche i testi, che in apparenza sembrano più impegnati rispetto al primo album, non trovano mai una vera e propria identità ristagnando in tematiche fin troppo battute. Non volevamo un grande salto nell’olimpo del rock o del cuore del grande pubblico di MTV, semplicemente ci attendevamo qualcosa di più spiazzante, di meno studiato, di più coraggioso. Purtroppo i ragazzi sono giovani e hanno bisogno di tempo per crescere. Siamo però sicuri che il mercato li aspetterà?

Salvatore Esposito

Track list

1. This Is A Song
2. You Never Had It
3. Take A Chance
4. Carl's Song
5. Boy
6. Undecided
7. Slow Down (The Way It Goes)
8. Most Of The Time
9. Take Me Or Leave Me
10. Let Somebody In
11. Runnin' Out
12. All I See
13. Goodnight

tutte le recensioni

Home - Il Popolo del Blues

NEWSLETTER

.
.
eXTReMe Tracker