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The Boggs: Stitches
(cityrockers.net)
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Trance direction for the ESP oriented alternative anarchic folk unit from Brooklyn at the “difficult second album”s turn without losing any of the John Fahey‘s majestic lessons

Secondo album per la formazione di Brooklyn che ricorda da vicino il suono di certi artisti “alternative folk” della gloriosa etichetta newyorchese dei sessanta, ESP. I Boggs calcano questa volta ancora di più la mano sull’ unicità della loro musica. Malforme, malsana, malata e mutante la musica del trio pare venire da lontano ed essere atterrata intatta sul nostro pianeta. Musica dalle poche sicurezze e perciò intatta; uno stile, quello del trio, più vicino a John Fahey e alla tradizione delle montagne appalacchiane che al new country o al new folk tanto in voga. La eco di antiche litanie per funerali ogni tanto affiorano dalla strumentazione vintage dei nostri. Pensata per generare una trance sonora, l’onda musicale dei Boggs si manifesta meglio che mai nella conclusiva “ late along “, brano in cui il gruppo mostra in pieno la propria originalità e un potenziale pazzesco. In generale, ricordando band come Tarbox Ramblers, The Wyios o la bella Alison Krauss viene da pensare che questo stile musicale stia proliferando ad est e proprio lì dobbiamo oggi guardare con maggior attenzione se amiamo questa musica dai toni fortemente roots.

Ernesto de Pascale




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