. Il libro alle origini del film di Ang Lee “I segreti di Brokeback Mountain”
Annie Proulx - Gente del Wyoming

Il libro alle origini del film di Ang Lee “I segreti di Brokeback Mountain”
Annie Proulx - Gente del Wyoming

Baldini Castoldi Dalai editore, 2006
www.bcdeditore.it

Gente del Wyoming

A dramatically beautiful story about the meaning of love and existence- written by Annie Proulx, the indiscussed heird of the North American novelist tradition – that inspired Ang Lee for his last movie “The Brokeback Mountain segrets”.

Sono bastate poco più di cinquanta pagine a Annie Proulx per raccontare magistralmente la sua Gente del Wyoming, lavoro apparso la prima volta nel 1998 e in traduzione italiana nell’anno successivo da Baldini Castoldi che lo ripropone con l’uscita dell’ultimo lavoro di Ang Lee. Annie Proulx ha narrato questa storia in presa diretta, limitandosi alla pura successione dei fatti e delle parole che la caratterizzano e ne trasmettono il messaggio. In Gente del Wyoming siamo in un’estate come tante altre agli inizi degli anni ‘60. Jack Twist e Ennis del Mar sono due giovanissimi cowboys che si conoscono sui pascoli di Brokeback Mountain in Wyoming e che durante questo lavoro stagionale sono destinati a scoprire e a vivere una passione fuori da ogni schema. Negli anni successivi la vita li porterà lontani, dentro vite fatte di compromessi e aggiustate alla meglio seguendo percorsi socialmente approvati. Ciononostante quel forte legame nato al bivacco montano non impedirà loro di incontrarsi e amarsi ancora per 20 lunghi anni. Due camicie infilate una dentro l’altra sono il loro infinito abbraccio conservato gelosamente, il fermo immagine di un amore non spezzato ma solo interrotto bruscamente dalla tragica morte di Jack Twist. Gli scenari, bellissimi, sono la natura del Wyoming e i villaggi sparsi nello stato, come anche un cielo dal turchese accecante o grigio piombo per l’arrivo del temporale. Si rappresentano qui le esistenze spese fra fattorie e rodei, strade polverose e orchestrine country. Gente del Wyoming di Annie Proulx è l’affresco dell’America rurale, quella fuori dalle traiettorie delle grandi metropoli. E forse è proprio per questa ambientazione che la storia di Jack e Ennis è convincente e autentica, che ci fa riflettere e ci tocca profondamente. Gente del Wyoming è il racconto di un amore gay, ma anche un racconto sui sentimenti e sulle relazioni umane, insomma è la vita presa nella sua essenza. Davvero pochi autori negli ultimi anni hanno saputo scrivere storie così vere e così toccanti come ha fatto Annie Proulx. In Gente del Wyoming la narrazione procede lineare e asciutta, priva di manierismi stilistici e facili effetti. L’essenzialità del montaggio della storia si fonde perfettamente con la densità e la profondità dei suoi caratteri. È già stato sottolineato più volte come Gente del Wyoming di Annie Proulx proponga senza retorica alcuna la figura del cowboy e del suo mondo fuori dall’iconografia statunitense. Straordinario in tal senso il regista Ang Lee con “I segreti di Brokeback Mountain”, sua trasposizione cinematografica di questo romanzo. In primo luogo perchè non si tratta di un vuoto adattamento confezionato per i Golden Globes, ma piuttosto di un fedele ‘vedere per immagini’ quanto narrato dalla Proulx in Gente del Wyoming. Non una parola in più nei dialoghi cardine della vicenda, non una scena ostentatamente abbellitiva nell’economia della trama. In secondo luogo, Ang Lee ha portato ancora più alla luce tutta la forza del messaggio contenuto nella storia. Non è un caso che “I segreti di Brokeback Mountain” abbia risvegliato le tendenze maschiliste e omofobe che serpeggiano – non latenti ma minacciosissime – negli States dietro un politically correct tutto di facciata. Ne sono nate discussioni e polemiche a non finire, addirittura le cronache riportano che in alcuni stati americani i gestori delle sale hanno rifiutato di proiettare il film. Anche per il tono caldo che sta accompagnando la vita letteraria e cinematografica di questa storia, il suo impatto drammatico e fortissimo da un punto di vista esistenziale rimane indelebile… “Restava uno spazio vuoto tra ciò che sapeva e ciò che voleva credere, ma non ci poteva far niente, e se non la puoi risolvere devi prenderla com’è.”

Elisabetta Beneforti

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