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Fairport Convention

Gottle o’ Gear
The Bonny Bunch of Roses
Tipplers Tales

La Universal lancia sul mercato altre tre ristampe del catalogo dei Fairport Convention, storico gruppo del folk rock inglese. Si tratta questa volta degli album Gottle o’ Gear, The Bonny Bunch of Roses e Tipplers Tales, originariamente pubblicati tra il 1976 e il 1978.
“Gottle O’ Geer” è un album strano per i Fairport Convention, dal momento che all’epoca della sua pubblicazione la formazione originale si era quasi completamente sciolta, ridotta ai soli membri Dave Swarbrick al violino, Dave Pegg al basso, Bruce Rowland e Simon Nicol alla chitarra.
E’ quindi, da questo punto di vista, un album minore nella discografia dei Fairport Convention, poiché della formazione degli anni d’oro era rimasto ben poco.
Anche dal punto di vista musicale, nonostante la presenza di musicisti come Martin Carthy, l’album non riesce a svettare, con le composizioni originali che oscillano senza picchi verso l’alto in una via di mezzo tra folk e cantautorato e le versioni dei tradizionali non particolarmente incisive.
Lo stesso vale per il successivo “The Bonny Bunch of Roses”, altro album di passaggio per il gruppo. Ad alzare il profilo del disco contribuisce soprattutto il violino di Swarbrick, ottimo in brani come il tradizionale Royal Seleccion n° 13.
La formazione si compone sempre dello stesso quartetto del disco precedente, che ancora stenta a trovare la giusta ispirazione.
Il periodo di passaggio, però, era presto destinato a concludersi a favore di un nuovo capitolo.
Guidato dalla tematica dell’alcol, “Tipplers Tales” è l’album con cui il gruppo sembra risollevare la testa, e trovare una nuova chiave di lettura per la loro musica.
La band sa dare una dimostrazione di grande professionalità e musicalità, realizzando belle versioni specialmente dei tradizionali, come il brano di apertura “Ye Mariners All”.
Tra i musicisti sembra esserci un ottimo interplay, tanto da creare un groove intenso e coinvolgente, con una inedita ed efficace sterzata verso il rock e l’Irish folk e con tratti personali rispetto al resto della produzione dei Fairport.
Il carismatico Swarbrick, che sfodera una sonorità di violino densa e calda, si esibisce in eccellenti virtuosismi e sfumature espressive, guidando l’impasto strumentale di tutta la band. Il risultato finale è tutt’altro che un flop.

Giulia Nuti

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