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Eduardo Mateo - Mateo Solo Bien Se Lame
(Lion Productions)
www.lionproductions.org

Lost treasure by Uruguay's most talented songwriter. Psychedelic surrealist folk that deserved a huge exposure that never came.

Ecco un album apparso quasi dal nulla. E’ opportuno usare il “quasi”, dato che Edoardo Mateo è più o meno sconosciuto in Europa ma resta un’autentica leggenda nel proprio paese natale, l’Uruguay. Mateo è diventato un figura di spicco della scena di Montevideo prima con un gruppo rock chiamato El Kinto, stiamo parlando degli anni ’60, e poi iniziando una vita di vagabondaggi ed eccessi che avrebbero finito per creargli una fama poco lusinghiera, a tal punto che nemmeno la sua morte ha contribuito ad elevarne lo status internazionale. Senza dubbio la sua carriera non beneficiò di un carattere difficile, enigmatico, poco propenso ai compromessi e sempre in cerca di forgiare uno stile proprio, spesso senza timore di esporsi al ridicolo. Mateo Solo Bien Se Lame nacque dunque dall’intento di andare fino in fondo nello sradicare le convenzioni musicali di tutta la scena che si era formata attorno al candombe-beat, e si dice che lavorare insieme ad Eduardo fosse esercizio di grande pazienza: ai produttori Carlos Pariz ed Eduardo Rozas occorreva più di uno sforzo per trovarlo e portarlo in studio in condizioni accettabili. Nondimeno è l’album che rimane il suo capolavoro, radicale rottura col rock’n’roll stradaiolo degli El Kinto in favore di un immaginario surrealista e adornato di psichedelia. Mateo lo registrò nel ‘71 a Buenos Aires, con una chitarra acustica e poche, sparse percussioni che echeggiano il ritmo tradizionale del candombe ma più spesso non offrono riferimenti diretti, sono semplicemente sue. Il risultato è un’esperienza altamente personale che è stata paragonata ad un Syd Barrett latino e che ha spinto alcuni ad ipotizzare, non proprio a torto, che gli echi sudamericani della musica di Devendra Banhart derivino molto più da questo album che dal suo idolo dichiarato Caetano Veloso. Mateo, inutile dirlo, fu anche isolato dalla comunità artistica perché con questo lavoro volle cercare un rifugio distante ed immaginario dalla dittatura militare dell’epoca, senza comporre canzoni di protesta come fecero tanti altri. Fu solo l’inizio del declino, perché il suo album seguente, l’ancor più sperimentale Mateo Y Trasante, fu un flop commerciale devastante e pose di fatto un brusco stop alla sua ascesa, relegandolo ad una fama nazionale che a distanza di trent’anni sembra davvero troppo poco per il talento che aveva a disposizione. Oggi è il momento di questa grande ristampa, condita da un libretto veramente esauriente e prodotta dalla Lion Productions, piccola etichetta statunitense arrivata prima fra tutte a scoperchiare un mondo musicale mai sentito dalle nostre parti. Unico difetto è la difficile reperibilità europea, per cui il consiglio è di contattare direttamente la Lion ordinarlo via posta.

Bernardo Cioci

Track List

Yulele
Quien Te Viera
Uh, Que Macana
De Nosotros Dos
Nina
Tras De Ti
Por Que
Jacinta
La Mama Vieja
Lala
La Chola
Esa Cosa
De Mi Pueblo
Si Te Vas De Mi Pueblo (Bonus Tracks)
Margaritas Rojas (Bonus Tracks)
Hombre De Bienes (Live) (Bonus Tracks)
Blues Para El Bien Mio (Live) (Bonus Tracks)
Mejor Me Voy (Bonus Tracks)
Esa Tristeza (Bonus Tracks)
Hombre (Bonus Tracks)
Mumi (Bonus Tracks)

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