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Hugh Coltman - Stories from the Safe House
(Universal France)
www.myspace.com/hughcoltman

The return of an hoax

Pochi ricorderanno The Hoax una fantastica band di blues inglese dei secondi anni novanta con tre album per la Warner Brothers/Qwest all’attivo e la benedizione di Mike Vernon, svengali del British blues anni sessanta e produttore del loro esordio discografico. Ancora meno saranno quelli che hanno tenuto in mente i principali due compositori e chitarristi del gruppo: Jon Amour e Hugh Coltman anche voce solista, entrambi talentuosi autori.
Scomparsa la band poche furono le tracce che i cinque (3 chitarre alla Fleetwood Mac degli anni d’oro e sezione ritmica) lasciarono dietro di se, quasi a voler annullare una bella storia. The Hoax furono però un gruppo incidente sul mercato britannico e nord europeo - pur senza portare a casa i numeri - al punto che il Moulin blues festival belga nel 2008 li ingaggiò per un reunion gig. Fatti contenti lo zoccolo duro dei fans, ognuno tornò alla propria vita musicale: Amour, con ha all’attivo tre album (l‘ultimo dei quali, Unknown Soldier su Boma records vede Robert Plant all‘armonica), 2 Ep e una raccolta di b side, è oggi di nuovo in pista e pare che abbia passato il testimone della resurrezione a Hugh Coltman che ritroviamo felicemente attivo come cantautore di un certo successo in Francia.
Stories from the safe house ha il suono dei primi dischi di Paul McCartney (l’omonimo, Ram) e, più in generale, è un disco dai forti toni beatlesiani (Could You be Trusted, Voices) ben accolto dalla critica locale e assolutamente congruo con la bella e poco indagata scena folk francese.
La eco di grandi autori come Dylan, Buckley, Cohen ma anche reminescenze di contemporanei come Andrew Bird abitano in questo album e trovano la loro migliore riuscita nella bella traccia finale “Ballad of The Sad Young Man”.

Ernesto de Pascale

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