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Joss Stone, The Soul Sessions
(S-curve)

Joss Stone ha la voce matura e ricca di profondità ma è solo una promettente ed ubertosa diciassettenne dalla profonda provincia britannica di Ash Hill, Devon, innamorata del soul anni settanta; dotata di un sorriso che ammalia e di un trasporto tipico di coloro i quali cantando trascendendo dalle cose del mondo terreno.

Per debuttare e presentarsi in regola al mondo della musica ha convocato intorno a se alcuni nomi noti di quella scena di allora come l’organista Timmy Thomas, il chitarrista Little Beaver, i cantanti Latimore e Betty Wright (tutti provenienti dal glorioso marchio T.K.) e alcuni giovani della nuova scena come ?uestlove dei Roots ed Angie Stone per un corto ma intenso disco di debutto, The Lost Session.

La musica soul è stata attraversata da molti giovani talenti che hanno mostrato le proprie carte sin da giovanissimi: Little Willie John a 18 anni era già una leggenda e Little Stevie Wonder a 12 anni aveva già alcuni dischi dietro le spalle ma, al passo con i tempi che cambiano, la Stone esce solo vittoriosa da un contest vocale della BBC. Poco importa perché la confidenza di Joss nel reinterpretare classici come All the King’s Horses di Aretha Franklin o For the Love of You degli Isley Brothers stupisce mentre nondimeno è intelligente il rifacimento funk di “Fell in love with a Girl” di Jack White dei White Stripes che qui diventa “Fell in love with a boy”.

La voce di Joss Stone imperversa in tutti i brani senza mai strafare e pare uscita direttamente dai dischi prodotti ai Muscle Shoals Studio fra i sessanta e i settanta ed è proprio quella che guida l’atmosfera tesa e intensa dell’accompagnamento di un esordio da considerare per una artista che lascia buone speranze ai fan della sweet soul music.

Ernesto de Pascale


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