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John Hammond: In Your Arms Again
(Emi)
www.backporchrecords.com



Sarà stata l’onda emotiva che ha accompagnato in America la pubblicazione del primo volume di “Chronicles “ di Bob Dylan o quant’altro o quell’onda che ci fa assistere al proliferare di band straordinarie che si ispirano ai dischi folk blues della Folkways di Sam Ash (Tarbox Ramblers, The Wyos e altro), fatto sta che il nuovissimo album del 56enne chitarrista e cantante di blues John Hammond, figlio di colui il quale scoprì letteralmente Bob in qualità di A&R della Columbia Records, ha il sapore dei vecchi dischi di Dave Van Ronk, Cisco Houston, Fred Neil, Ritchie Havens, Theo Bikel, Jim Kweskin e più in generale di tutto quel giro di artisti che frequentavano il ristretto ma spumeggiante ambiente del Greenwich Village fra i cinquanta e i sessanta. Hammond non faceva dischi così da anni, diciamolo! Non che negli ultimi tempi John non abbia fatto bei cd, ricordiamo ad esempio quello splendido con le canzoni di Tom Waits, ma qui si guarda avanti tornando indietro su una diversa onda emotiva. Hammond pare aver intuito, come Dylan prima di lui, d’altronde, che quella generazione di fortysomething che già una volta ha salvato la musica dalla bancarotta, è oggi identificabile nei over fiftysomething, che non ne ha avuto abbastanza e – anzi – è più esigente che mai. Ecco allora un disco in cui Hammond paga un doveroso e bel tributo al compianto Ray Charles e che, soprattutto, si chiude con una gran versione della dylaniana “i’ll be your baby tonite “. Nel mezzo c’è tanto buon blues ( “Evil “ di Willie Dixon risplende di luce propria ) e molto altro ancora.
L’impressione che se ne trae è che il John Hammond che si esibisce ogni anno in Italia si sia solo una pallida imitazione di quello che ascoltiamo nei dischi, alcune spanne al di sopra delle esibizioni da solo, che pur tanto ci soddisfano ma basta, pietà !. Colpa – si azzarda – di chi fa opera di intermediazione a costi pari ai cachet degli artisti, lievitando così quelli e diminuendo drasticamente le opportunità di vedere questi artisti con le “produzioni” che a loro competono. Basti infatti ricordare la differenza e la eco che lasciò la sua se pur breve tournée estiva italiana di qualche anno fa quando John si esibì con il gruppo ( fra cui il mitico Augie Meyers all’organo ) per promuovere il disco di brani di Waits.
Dita incrociate, perciò, in attesa di tutto il cast di “In Your Arms Again “ anche in Italia.
Ernesto de Pascale



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