. Architecture in Helsinki – In case we die

Architecture in Helsinki – In case we die
(Tailem Bend)
www.architectureinhelsinki.com



Fantastic second album for this Australian pop-rock-psychedelic band

Grandioso questo secondo album da parte degli australiani Architecture in Helsinki. Spericolato e intrigante ma allo stesso tempo orecchiabile, “In case we die” rende il gruppo una delle migliori band del 2005 (l’album non è quello di esordio, ma l’eco del loro nome è risuonata rumorosamente qui da noi solo quest’anno). Di estrazione pop-rock, l’album abbraccia la psichedelia e lo sperimentalismo sonoro (ben otto sono i musicisti della band e noti per la loro agilità nello scambiarsi gli strumenti), pur sapendo colpire al momento giusto con vere e proprie canzoni (fantastiche It’5!, Wishbone, The cemetry, What’s in store?). Qualcosa rimanda al sound anni Ottanta (Do the Whirlwind), qualcos’altro a gruppi come i Talking Heads (sicuramente tra i padri del nuovo sound pop-psichedelico che ha spopolato nel 2005). C’è spazio anche per un momento più rilassato, dal feeling quasi reggae come Need to shout. Nell’ambito dei gruppi nuovi, sono probabilmente quanto di più simile ai Fiery Furnaces di Blueberry Boat e di EP ascoltato fino ad ora (band a cui loro stessi dichiarano di rifarsi). Qualcosa li accomuna anche agli esplosivi Arcade Fire, il cui Funeral (Merge Records) a parere di chi scrive è l’album dell’anno.
In case we die è davvero da cercare e tutto da scoprire.

Giulia Nuti

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