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Jonny Kaplan – Gilgamesh, Torino 29-11-2008

Purtroppo, anche se in anticipo sulla stagione, la neve ha creato non poche difficoltà alla serata di Jonny Kaplan al Gilgamesh. Peccato perché Jonny (...senza “h”) nonostante un brutto raffreddore, ha dato vita ad uno show di alto livello portandoci dalla sua California una ventata di vigoroso country&rock d'autore. A distanza di pochi mesi Jonny Kaplan è tornato in Italia per presentare Seasons, il suo terzo lavoro che in questo 2008 musicale rappresenta una piccola gemma, tanto bello cosi' quanto poco conosciuto. Jonny si presenta sul palco del Gilgamesh accompagnato da Jokin Salaberria al basso, fido braccio destro da quel di Bilbao, Tony Rotta alla batteria e Luca Crippa alla chitarra, un combo-mix per metà italiano molto affiatato, pieno di personalità e che ancora una volta ci fà apprezzare il livello dei musicisti di casa nostra. La serata parte con Smoking Tar, brano di apertura del nuovo disco, con un bel riff graffiante di chitarra che sembra rubato agli Stones, il suono è ok e si capisce che siamo partiti con il piede giusto. Bastano i primi tre brani e Jonny scopre subito le sue carte: rock, new country & ballads, con Gram Parsons e Dylan nel cuore amalgamati da una musicalità disarmante, tutto molto semplice ma che colpisce il bersaglio senza sprecare colpi. Jonny è un cantautore navigato ed esperto, si muove con naturalezza e tutto gli viene facile, nonostante all'inizio la sua voce abbia stentato non poco a causa del suddetto raffreddore, che comunque in alcuni momenti ha contribuito a marcare ancor di più il tono Dylaniano della sua voce. Lo spray per la gola è sul suo Marshall e lo ha usato quasi come se fosse un effetto della chitarra, poi fortunatamente la voce è migliorata, forse più grazie alla birra ed alla vodka che non alla bomboletta medicinale.

Con il pubblico si è instaurato subito un buon clima e Jonny ha continuato a parlare e scherzare per tutta la sera. La scaletta ha alternato pezzi nuovi con brani tratti dai suoi primi due dischi California Heart e Ride Free, entrambi del 2005, in più la band ci ha regalato alcune cover pregevoli che come sempre danno indicazioni importanti su quello che un'artista si porta dentro. Notevole la versione di Lover of The Bayou, firmata Byrds ma rispolverata quest' anno dai formidabili Mudcrutch di Tom Petty and friends ed una rilettura debordante della vecchia It's Not My Cross To Bear degli Allman, dove le chitarre di Luca e Jonny hanno incantato e dove la band ha cambiato decisamente marcia infilando una sequenza mozzafiato con Still Lonely, Keep Rollin' e Long Rain con le chitarre sempre sugli scudi, supportate da una ritmica impeccabile. Uno show energico e coinvolgente nel quale pero' il momento più alto è arrivato con Golden Years, ballata west coast cristallina sorretta da chitarre limpide e dalle armonie vocali di Jokin'. Un piccolo gioiello. C'è ancora tempo per un paio di bis, la band torna sul palco tra gli applausi dei presenti, Jonny saluta dando appuntamento a tutti per il prossimo Marzo (bella notizia!) e chiude la serata regalandoci Everybody Knows This Is Nowhere di Neil Young, degno sigillo per un grande appuntamento con una musica che dalle nostre parti capita raramente di incontrare. Su quest'ultimo punto penso che una palma di merito vada di diritto a chi scommette anche del proprio su artisti e su filoni musicali cosi' poco “alla moda” ma che danno una grande boccata di ossigeno e di fiducia a noi che alla moda proprio non siamo e che viviamo questa musica con grande emozione, quindi un ringraziamento particolarmente sentito al duo Luca&Luca (Curtis Loew Music e Gilgamesh) per il lavoro di qualità che continuano a svolgere con grande passione. Grazie, ma la prossima volta occhio anche al bollettino meteo.

Luca Crippa

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