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INTERVIEW


Intervista a David Harvey, mandolinista e produttore del progetto Moody Bluegrass


David Harvey è forse l'unico al mondo che può spiegare cosa c'entri la musica dei Moody Blues  con Nashville.  E' stata sua l'idea, nel 2004, di realizzare un album in cui un cast di altissimo livello pagava il proprio tributo all'arte dei Moody Blues rivisitandone i brani più celebri in versione bluegrass e country.  Mandolinista e produttore, Harvey ha raccolto all'epoca artisti come Alison Krauss, Sam Bush, Lionel Cartwright, Tim O'Brien e tanti altri che, in un trionfo di chitarre, mandolini, dobro e  fiddle, si sono cimentati con i classici di Justin Hayward, John Lodge, Ray Thomas e soci. A distanza di sette anni, Harvey raccoglie nuovamente la sfida, producendo oggi un secondo volume dal titolo Moody Bluegrass – Two...much love (Bunny Rae Records) in cui una schiera altrettanto ricca di musicisti rivisita alcuni dei brani rimasti fuori dal precedente tributo. Oltre ai già citati O'Brien e Bush, nel vol.2 ci sono tra i vari Peter Rowan, Stuart Duncan, Jon Randall e cinque Moody Blues virtualmente riuniti (non suonano mai tutti sullo stesso brano): Hayward, Lodge, Edge, Thomas e Pinder. 

“Ho conosciuto la musica dei Moody Blues quando ero un ragazzo attraverso la radio, ed era impossibile non rimanerne impressionati”, racconta Harvey.

“ Ho pensato alla loro musica per questo progetto”, prosegue, “perché al suo interno racchiude già una varietà sonora infinita. E' dagli originali che siamo partiti, tanto che abbiamo cercato, dove possibile, di mantenere sempre le tonalità originali dei pezzi. E' stato emozionante vedere musicisti come Tim O' Brian o Peter Rowan, con i loro approcci e modi di suonare diversi, cimentarsi con queste composizioni senza tempo”.

Quanto all'ampio numero di musicisti, circa 40 in Two...much love, commenta: “Non è stato semplice far si che un progetto complesso come questo mantenesse una sua uniformità sonora generale. Ho cercato di servirmi di alcuni musicisti cardine attorno a cui abbiamo costruito tutto il resto. Ed esempio, io al mandolino, Tim May alla chitarra, Andy Todd al basso e Andy Hall al dobro”.

“Il progetto”, aggiunge, “è una fotografia veritiera della scena di Nashville, ancora oggi una delle più belle al mondo. Siamo musicisti ma anche amici, che si sono riuniti attorno alla voglia di suonare musica diversa. Ci siamo divertiti molto. Considera che nell'album c'è mia figlia di dieci anni, ma allo stesso tempo anche alcuni dei più grandi musicisti del country internazionale”.

“È un bel progetto, che riproponiamo anche dal vivo” - conclude. “Per ora però mi ritengo soddisfatto di questi primi due album, Un terzo volume? Forse sarebbe chiedere troppo. Credo che il progetto abbia un bell'equilibrio così com'è”.

Giulia Nuti

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