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The Creekdippers, Mystic Theatre
(Glitterhouse/IRD)





Mystic Theatre è un diario in musica, la storia di una Big Pink tutta personale, in cui visioni, emozioni e sentimenti si intrecciano su un tappeto sonoro da sogno, a scriverlo sono Mark Olson e Victoria Williams due ottimi musicisti, figli di un deserto desiderato nella cui solitudine e serenità, lontani dagli eccessi del music biz, condividono allo stesso esperienze sentimentali e musicali. I dodici brani del disco rappresentano bene come le anime di Mark e Victoria si fondono e si completano alla perfezione quasi fossero l’uno la metà dell’altro. Ad aiutarli c’è un ottimo cast di musicisti che vanta nomi del calibro di Don Heffington, che in passato ha collaborato anche con Bob Dylan e Greig Leisz entrambi si integrano alla perfezione in questo piccolo paradiso chiamato Creekdippers. La parte del leone nel disco la fa Mark Olson che compone ben dieci brani su tredici ma a toccare il cuore ci sono le composizioni di Victoria velate da toni jazzy molto toccanti. Se Bath Song è poco più che un veloce divertissiment di gusto di ben altro spessore sono Betsy Cupree e It Don’t Bother Me dove Victoria emerge nella prima come alter-ego femminile del miglior Tom Waits mentre la seconda sembra il frutto di una jam session impossibile tra Billy Holiday e gli Uncle Tupelo. Non sfigurano tuttavia le splendide ballad a firma Mark Olson come l’iniziale No Water No Wood o la splendida Salomè in cui l’intreccio tra violino e piano sembra ricalcare le orme del miglio Randy Newman. Sempre sul versante Olson vanno segnalate ancora la riuscitissima Grand Army Of The Repubblic e Rockslide, quest’ultima dotata di una bellezza disarmante nel suo incedere scandito dalla sommessa ritmica della batteria e dal suono melodioso del dulcimer. Come dimostra la rilassata Standing In The Sun All Day questo è un disco dalle goodvibration, che sicuramente non mancherà di allietare non solo i giorni di sole di questa estate ma anche quelli freddi e tristi del prossimo inverno. E’ già un classico senza dubbio.


Salvatore Esposito




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