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Il nostro caro amico Fred
Teatro del Sale, 25/26 maggio 2005



Fred Buscaglione è uno dei personaggi più amati e più mitizzati della nostra musica. Cantante “dal whisky facile”, con fama di duro e sciupafemmine, Buscaglione ha lasciato bellissime canzoni, a partire da Guarda che Luna, Il dritto di Chicago, Eri piccola, Che bambola. E le sue immagini in bianco e nero nelle trasmissioni Rai restano tra le più belle tra quelle storiche che vengono riproposte di tanto in tanto. La storia di Fred ha fine in un alba tragica di 45  anni fa quando con la sua Thunderbird di colore rosa (Criminalmente bella, l’aveva anche messa in musica) si andò a schiantare contro un palo dopo lo scontro con un furgoncino carico di porfido. Le storia di Fred e della sua ultima notte è raccontata in Il nostro caro amico Fred che Maria Cassi, Leonardo Brizzi ed Ernesto de Pascale con la partecipazione di Alessio Sardelli  hanno presentato al Teatro del Sale.



E’ una vicenda che si muove su tre piani: giornalistico, musicale e tatrale. Il primo serve a ripercorrere le ultime ore di Fred, con le persone che lo accompagnavano, il secondo permette di riascoltare alcune delle sue canzoni più note, il terzo infine dà la possibilità a Maria Cassi (con i camei di Alessio Sardelli) di inanellare i suoi pezzi di bravura che contraddistinguono il suo stare in scena. Entrano in gioco tanti personaggi nel racconto a più voci coordinato da De Pascale: a partire dalle donne di Fred  (come la moglie Fatima Robbins e la conturbante Scilla Gabel) ai compositori programmisti come Pogliotti, autore di Satchmo cantato da De Pascale e ottimamente eseguito al piano da Leonardo Brizzi. Una storia affascinante, attraverso canzoni che raccontano un’Italia in bianco e nero dove la passione si tramutava in arte e dove un grande talento della musica italiana ci lasciò troppo presto. Fortunatamente rimangono le incisioni, ma lo spettacolo regala anche una sorpresa inaspettata: la voce di Fred all’inizio e alla fine. Nel primo caso in un’intervista, nell’altro in un caldo saluto alle signore.

Michele Manzotti
(foto di Giulia Nuti)


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