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Jimmy Scott - If You only Knew
(Warner Dvd)



Moving documentary on the jazz singer by the impossible high pitch.Exquisite!

L’immagine è esile, le sembianze marziane, i movimenti scoordinati ma eleganti e gli occhi emanano dolcezza. La voce, alle prime note di “Time after Time “ fanno il resto. Le lunghe braccia aperte verso l’alto e gli occhi riversi seguono la scansione, inequivocabilmente personale ed unica, del cantante di jazz. I musicisti che lo accompagnano gli tengono gli occhi addosso e il pianista ha il difficilissimo compito di assecondare il battito. Una maschera è stampata sul viso dell’uomo che uomo non è ma è adesso angelo, nuvola, cielo, aria. Una espressione di contenuta impotenza mista a quella di melanconico abbandono è esasperata dai brani scelti in repertorio “ sometimes i feel like a mother child”, “sorry seems to be the hardest word “. Tutto potrebbe rompersi, frantumarsi in pezzi da un momento all’altro. Il pubblico con il fiato sospeso partecipa, trattenendo a stento le lacrime. Jimmy Scott anche questa sera sta rinnovando il miracolo, sta offrendo tutto se stesso.
Per quelli che conoscono la storia basta ripassare mentalmente la vita del cantante di Cleveland (1925-)per declinare il presente. Gli altri possono solo assorbire l’energia. Per tutti gli spettatori, un concerto di Jimmy Scott è un’esperienza catartica, indimenticabile.
L’attività di Jimmy Scott, iniziata appena 15enne negli anni quaranta si interruppe bruscamente, dopo il bell’album per la Atlantic “The Source”, nel 1969.



Quando nel 1984, dopo decenni di anonimato Jimmy Scott venne riscoperto e susseguentemente rilanciato grazie alla lungimiranza e al naso del regista David Lynch che lo inserì così bene nel serial “Twin Peaks”, il cantante riprese a pieno regime la sua attività come se non si fosse mai interrotta, pubblicando molti dischi, i primi di questi assolutamente imperdibili, girando il mondo come a voler raccontare attraverso la musica la sua storia.
Jimmy doveva il suo ritorno sulle scene grazie al paroliere e influente music fan Doc Pomus che addirittura scrisse alla rivista Billboard, organo ufficiale della discografia americana affinché Jimmy Scott non restasse nell’anonimato. Ma solo quando Pomus morì e Jimmy si esibì al suo funerale, qualcosa accadde. Da straordinario record man quale fu, l’autore di “Lonely Avenue” sapeva che nel mondo della discografia anche un funerale può generare un contratto e al suo funerale tutto il gotha della musica americana avrebbe partecipato (dopo aver lasciato anche Doc nel dimenticatoi per anni!...). Il pronostico si avverrò puntualmente e Little Jimmy Scott firmò per la Sire records di Seymour Stein
Rileggendo la carriera di Scott con il senno di poi, è apparso a critici e jazz fan subito chiaro come – sin dai giorni in cui era solo il cantante dell’orchestra di Lionel Hampton – Jimmy fosse stato, e rimasto fino ad oggi, assolutamente innovativo nello stile e nel fraseggio. La malattia che fermò il suo sviluppo fece, involontariamente, il resto. Ecco allora che il significato delle parole che Little Jimmy Scott canta appare sotto un altro aspetto, più profondo, intimo, emotivo.
“If You only kew“ il documentario di Matthew Buzzell sulla vita e la musica Little Jimmy Scott è perciò rivelatorio. Vincitore di molti premi, l’opera cinematografica di Buzzell è rispettosa dell’uomo e della sua intimità. È un meraviglioso documento che si merita una vasta audience e che esalta un uomo che non ha mai smesso di provarci, in nome della fede.

Ernesto de Pascale


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