. David Gilmour

INTERVIEW

Incontro con David Gilmour

Per essere il gruppo morto e sepolto che è, c’ è grande animazione in casa Pink Floyd in previsione di una estate di grandi concerti, tutti italiani.
Da una parte Roger Waters, il fondatore, reduce dal recente flop di Cà Ira, un’opera classica che ha già finito di far parlare di sé, che con la sua performance dell’intero capolavoro The Dark Side of The Moon, si esibirà anche in Toscana, al Summer Festival di Lucca il 12 luglio. Dall’altra. David Gilmour che, in vacanza da una vita ormai, è tornato con il sorprendente “On A Island” ed una band eccellente che torna in Italia, a distanza dal suo esordio lo scorso marzo, per due sole date, la più importante delle quali è sicuramente quella fiorentina del prossimo 2 agosto.
Ne abbiamo parlato con il chitarrista proprio dopo le recenti esibizioni romane e gli showcases per la BBC, in esclusiva per La Nazione.

“Non vediamo l’ora di tornare in Italia la prossima estate – ci ha detto raggiante – questa breve tournee promozionale ci ha confermato l’amore del pubblico verso un suono, una storia che se pur non esiste, esiste in ciò che compongo”.
Cosa rappresenta un disco così per lei, a meno di un anno dalla reunion dei Pink Floyd a Live 8 ?
”E’ la mia vacanza autorizzata dal business, la ricerca continua nella scrittura e questo disco è stato scritto di getto, giusto il tempo di registrarlo e già eravamo on the road. A volte ci vuole molto tempo per realizzare una canzone che soddisfi, questa volta le cose sono state incredibilmente semplici”.
Avete dimostrato con Live 8 che il marchio dei Pink Floyd non ha però esaurito il suo corso o era solo per una buona causa?
“Nick (Mason, batterista, autore di una storia del gruppo rimasta ferma per 8 anni sui tavoli degli avvocati di Gilmour e Waters) è stato bravissimo a riunirci in meno di un mese tutti e quattro. A parte gli oggettivi problemi sui trascorsi io sono generalmente contrario a riunioni senza finalità “alte”. Il nostro primo produttore Joe Boyd ( di cui è stata adesso pubblicata una bellissima biografia, “White Bycles”, che racconta gli esordi dei Pink Floyd dal dietro le quinte ) era solito dire che se la storia ripete se stessa si tramuta prima in tragedia, poi in farsa. Ecco, questo è ciò che vorrei evitare”.
L’album “On a Island “ non pare soffrire di questi dubbi. Intanto nello spettacolo c’ è anche molto spazio per le canzoni dei Pink Floyd…
“E’ sempre un piacere suonarle, specialmente alcune che meritano un trattamento in chiave contemporanea come “One of these days “ da “Meddle”, originariamente scritta ispirandosi a episodi calcistici. Oggi, proprio quella ad esempio, ha tutto un altro significato”.
Quale è il suo più grande rimpianto a proposito dei lunghi anni bui passati in silenzio, dopo che i Pink Floyd decisero di ritirarsi dalle scene ?
“Ciò che vede il pubblico è molto diverso da ciò che vive un musicista, specialmente se si trova alla guida di una vera e propria azienda che continua a produrre supporti dei più disparati come sono i Pink Floyd. Io mi sono sempre tenuto molto occupato: ricordo Kate Bush ma soprattutto lo straordinario Robert Wyatt con qui abbiamo realizzato progetti bellissimi come il dvd del mio show alla Queen Elizabeth Hall del 2003”.
C’è qualcosa che vorrebbe dire a Roger Waters adesso, visto che in questi ultimi dodici mesi le cose sono ulteriormente cambiate, dopo Live 8 ?
“Penso di avergli detto tutto. Forse è lui che dovrebbe dire qualcosa a me…”
Intanto che lei porta in giro il suo album, Roger Waters, però, porta in tour uno spettacolo tutto basato “The Dark side of the Moon”, il vostro capolavoro….
“Non glielo possiamo negare. Quando si presentò in studio per registrarlo ci presentò dei provini pressoché perfetti come quello di “Money”. Io aggiunsi solo la mia chitarra, tutto il resto era già pronto. Waters è così; ti dice cosa devi fare. Però, intanto, lo ha già fatto”:
Anche lei procede così ?
“No, altrimenti non mi porterei appresso la band che ho scelto per suonare “on An Island” e tutto il resto. Davvero…!”.

Ernesto de Pascale

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