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LIVE

Steve Howe
Sarzana, Fortezza Firmafede 20 maggio 2006



Sarzana da 9 anni ospita ‘L’Acoustic Guitar International Meeting’, una manifestazione che è ormai divenuta un appuntamento irrinunciabile per tutti coloro, musicisti e non, che hanno passione per gli strumenti a corde. La Fortezza Firmafede per i 5 giorni della manifestazione è divenuta il teatro di concerti, seminari, esposizione di chitarre rare, workshop: tutti i corridoi, le ampie stanza con il soffitto a volte del castello hanno risuonato di note ed erano pervasi dei profumi dei legni utilizzati per la creazione di vere e proprie “sculture sonore”.

E’ in questa cornice davvero unica che nella sera di sabato si è esibito il chitarrista degli Yes, Steve Howe. Una serata che ha visto anche l’arrivo della pioggia proprio in concomitanza con l’inizio dei concerti sul palco centrale, evento questo che non ha frenato l’arrivo degli spettatori i quali, chi più, chi meno, hanno saputo contrastare le intemperie riuscendo così a godersi il concerto che ha visto esibirsi, tra gli altri oltre ad Howe, il giovane ed emozionantissimo Andrea Varnier, vincitore della passata edizione del premio ‘New Sounds Of Acoustic Music’ e lo scatenato Clive Carroll, che ha sfidato le convenzioni aggiungendo una sana e vivace attitudine rock alla sua esecuzione per sola chitarra acustica, invitando il pubblico a partecipare ed a richiedere maggior volume.

Il chitarrista degli Yes arriva sul palco portando con sé quel pizzico di stardom che gli compete e che costringe gli organizzatori a ricordare più volte di non fare foto o registrare in forma video o solo audio l’esibizione. Ciò che conta però è quando le sue mani iniziano a muoversi sulla tastiera della chitarra classica. Vedere Steve Howe suonare permette di cogliere sfumature che scopri non aver colto dal solo ascolto dei suoi dischi. E’ un chitarrista estremamente espressivo dalla mimica molto forte che accompagna la sua esecuzione; ricerca più volte lo sguardo e l’attenzione del pubblico per enfatizzare un passaggio, un cambio di tonalità o di tempo. In lui sembra esserci il desiderio di comunicare allo spettatore l’unicità ed irripetibilità dell’esecuzione: quanto suonato stasera è per noi pubblico come per lui, esecutore, è qualcosa di nuovo e diverso da quanto suonato ed ascoltato in un suo altro concerto.

Il repertorio comprende, per la gioia dei molti fan presenti, arrangiamenti per sola chitarra di brani degli Yes: ‘To Be Over’, un brevissimo excursus dal doppio e pesante ‘Tales From A Topographic Ocean’, ‘Clap’ da ‘Yes Album’ il primo con Steve nella formazione, e soprattutto ‘Mood For A Day’ da ‘Fragile’ che chiude il set per chitarra classica. ‘Masquerade’ è il primo brano per 12 corde a cui fa seguito ‘Sketches In The Sun’ dall’album ‘Gtr’ in coppia con il chitarrista Steve Hackett ex-Genesis. Con la chitarra acustica poi il chitarrista vira verso il blues omaggiando Big Bill Bronzy e proponendo svariati brani tratti dalla sua nutrita discografia solista tra i quali un’intensa ‘Intersection Blues’.
E’ di poche parole Steve Howe, ma ricorda volentieri che il suo primo viaggio fuori dal Regno Unito è stato in Italia: era con gli ‘In Crowd’ e suonò a Milano in un club vicino al Duomo e, per sua stessa ammissione: “non siamo piaciuti”. Il legame con l’Italia è anche sottolineato dal suo personale arrangiamento del Concerto in Re (secondo movimento) di Vivaldi.

Anche le nuvole, alla fine, sembrano apprezzare il concerto, e offrono una tregua, interrompendo la pioggia: il pubblico da parte sua, ha trovato gia nella musica del chitarrista inglese un valido alleato per riscaldarsi e non darla vinta alle intemperie, decretando il successo di una serata e di una manifestazione che, negli anni ha mantenuto fede ai propri propositi, crescendo senza snaturarsi, grazie al lavoro duro e costante dell’associazione Armadillo Club Live Promotion e dei suoi partner.

Jacopo Meille


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