. Adem - Love and other planets
Adem - Love and other planets
(Domino)
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Electroacustic aural landscape for rechristianed Thom Yorke

Il tentativo è quello di riscrivere un canzone folk dal sapore contemporaneo che non tenga conto dell’influenza – positiva o negativa – che certi sovvertimenti troppo estremi possano portare al genere o più in generale a qualsiasi genere si voglia esplorare.
In “Love and other planets”, secondo album dell’ex bassista dei postrocker The Fridge dopo il debutto nel 2004 con “Homosongs”, Adem riesce a mantenere piuttosto bene il bilanciamento fra ciò che è acustico e ciò che acustico sembra ma non lo è.
In canzoni come “Launch yourself” dal raffinato arrangiamento vocale e dal sottile gioco ritmico, nel trequarti youngiano e depresso di “Crashlander”, o ancora nell’arpeggiata “Sea of Tranquillity“ Adem offre la propria originalità che si basa fortemente su suoni evocativi, tutti dotati di una forte personalità.
Ciò che manca a “Love and other planets” è però la personalità vocale che distacchi il disco da tutto e tutti: Adem assomiglia – quasi sfacciatamente a dirla tutta – a Thom Yorke dei Radiohead e non fa niente per discostarsene. Ascoltando il cd a lungo si potrebbe addirittura pensare che il musicista abbia voluto reiterare questa somiglianza sperando o confidando che l’eccesso di somiglianza lo spostasse in altri ambiti, lontano da paragoni pressanti.
Non è così però per Adem e – volendo esprimersi in termini di stelle e numeri – “Love and other planets” è il tipico buon lavoro a cui sei costretto a togliere qualcosa per mancanza di coraggio.
Assodato il talento del giovane è adesso il momento di andare oltre: l’idea di un folk dal landscape sonoro elettroacustico è affascinante, ma senza una voce originale e riconoscibile sarà difficile per Adem lasciare quel segno che queste canzoni profonde e introspettive desiderano .

Ernesto de Pascale

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