. Clayhill - Mine at last
Clayhill - Mine at last
(eat sleep records)
www.clayhillmusic.com
www.eatsleeprecords.com

Bittersweet, electroacustic second offering by organic trio of multitalented young skillfull musicicians led by Gavin Clark’s distinctive voice.Clayhill are clearly a coming together of genres

Guidati dalla convincente voce di Gavin Clark, frontman di una delle più sottovalutate band britanniche dello scorso decennio, “Sunhouse”, il trio dei Clayhill ( gli altri due sono il bassista Ali e il multistrumentista Gary, entrambi collaboratori di Beth Orton nell’album “ Trailer Park “ ) presenta “Mine at Last “, un album, il secondo, che deve vivere sulle anticipazioni di molti nomi accreditati nella risorgente industria britannica.
Difficile collocare “Mine at last” . La scrittura dei tre ha riferimenti che vengono subito a galla: The Smiths, la Orton stessa, Bob Dylan, qualcuno ha scomodato la Beta Band, lo sfortunato ensemble di giovani talenti britannici che si sciolto solo un anno fa in assenza di tangibili ritorni.
Nonostante i riferimenti Clayhill restano però sufficientemente originali per farsi ascoltare fino in fondo. Il merito è innanzitutto della voce di Gavin Clark, ispirata, accorata, convinta e, più in generale, facilmente identificabile.
I tre musicisti hanno affermato che tutti gli sforzi sono stati fatti per realizzare un disco che fosse diverso da ognuno di loro ma che raccogliesse il risultato delle loro esperienze. I componenti del gruppo, che oltretutto vivono lontani l’un dall’altro( Gavin a Stoke, Ali a Londra, Ted nel Kent), paiono esserci riusciti e si possono felicitare con loro stessi per questo.
Difficile dire dove andranno i Clayhill in futuro né quanto potranno durare, il disco ha una stabilità e una sua completezza che potrebbe essere scambiata per imperturbabilità. Questo è però un problema che per il momento non si pone anche se la stessa critica britannica che li ha attesi con tanta aspettativa ha poi contestato al disco una certa superficialità di facciata.
Poco importa se ascoltate “ Mine at last” per quello che è.
Una atmosfera agrodolce, molto bluesy, intensa elettroacustica che, quando sfruttata al meglio, sprigiona pathos come nella bella “One Nerve”, il miglior brano della raccolta, confermano le aspettative. In “Mary Sol “, altro intenso e bel brano da ascoltare concentrandosi, i Clayhill paiono soffrire di una mancanza generale di mezzi; i due musicisti, pur cavandosela egregiamente, avrebbero giovato della presenza di un orchestratore e di una orchestra
Sul piano vocale Gavin Clark non è Nick Drake ma compete a testa alta.Ed anche se i Clayhill citano chiaramente i capolavori di Drake in “Hang On“ riportandoci a stagioni passate del cantautorato “alto” britannico, sono soprattutto gli altri due, Ali e Gary, i musicisti della formazione, a tenere i piedi ben saldi nel presente e, tutti ci auguriamo, nel futuro di una musica electroacustica che continui a prediligere le belle canzoni, senza mai perdere la eco positiva di stagioni che se pur straordinarie non torneranno più.
Li attendiamo sul palco del green man festival edizione 2006.

Ernesto de Pascale

Track list

tutte le recensioni

Home - Il Popolo del Blues

NEWSLETTER

.
.
eXTReMe Tracker